È questa la proposta di SIGO, AOGOI e AGUI alle Istituzioni. I proff. Paolo Scollo, Elsa Viora e Nicola Colacurci: “Così possiamo garantire a tutti i neonati e le partorienti la migliore assistenza possibile”
Roma, 20 dicembre 2016 – “È necessario creare, quanto prima a livello regionale, una rete di punti nascita. In questo modo possiamo aumentare la sicurezza per donne e neonati e migliorare la qualità del lavoro di tutto il personale medico-sanitario coinvolto nell’evento nascita”. È questa la proposta avanzata alle Istituzioni dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (SIGO), l’Associazione Ostetrici e Ginecologi Ospedalieri Italiani (AOGOI) e l’Associazione Ginecologi Universitari Italiani (AGUI) in accordo con quanto stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per una esperienza positiva della gravidanza “maintaining a healthy pregnancy for mother and baby including preventing or treating risks, illness or death” e per una sanità a dimensione europea che pone come obiettivo prioritario la salute della mamma e del bambino e la tranquillità degli operatori della sanità.
“È essenziale poter lavorare in punti nascita adeguati strutturalmente così come riportato da numerosi decreti ministeriali – affermano i proff. Paolo Scollo (Presidente SIGO), Elsa Viora (Presidente AOGOI) e Nicola Colacurci (Presidente AGUI) – Devono perciò essere dotati di personale adeguato, servizi diagnostici tempestivi, strutture idonee ad accogliere non solo il parto fisiologico e ad affrontare rischi emergenti non sempre prevedibili”.
“La gravidanza, il travaglio, il parto e la nascita sono momenti normali nella vita di una donna – proseguono i proff. Scollo, Viora e Colacurci – Ma questa ‘normalità’ può essere interrotta da eventi a volte inattesi, che se non sono affrontati in strutture idonee e in tempi rapidissimi possono avere conseguenze tragiche. Alcune volte queste problematiche possono essere previste ed è possibile indirizzare la partoriente presso centri con appropriata esperienza ed adeguata organizzazione. Altre volte, invece, questi eventi non sono prevedibili e si presentano in modo del tutto improvviso”.
“È necessario avere la presenza attiva, e non solo in reperibilità esterna, di una équipe professionalmente preparata di ginecologi, anestesisti, neonatologi e di strutture adeguate. Non bastano gli investimenti in attrezzature e un numero adeguato di personale medico ed ostetrico perché questi sono requisiti di base. È anche indispensabile che il punto nascita affronti un numero sufficiente di parti per acquisire esperienza ed abitudine a gestire al meglio situazioni di urgenza e di emergenza. Il riordino della rete dei punti nascita – concludono i ginecologi italiani – è l’obiettivo sul quale oggi le nostre Società Scientifiche sono impegnate per garantire a tutte le donne, e a tutti i professionisti qualità di assistenza e tranquillità di operatività”.
fonte: ufficio stampa