Sicilia d’eccellenza: terapia genica e neurochirurgia avanzata per trattare una malattia rara
Roma, 8 aprile 2025 – La Sicilia sul primo gradino del podio europeo per l’innovazione applicata alle malattie rare. Sono, infatti, diverse le ragioni che hanno portato al raggiungimento di questo traguardo non solo nazionale ma anche internazionale. Innanzitutto per la prima volta, precisamente al Policlinico “G. Rodolico-San Marco” di Catania, è stata utilizzata una tecnica neurochirurgica composta da neuronavigazione, TAC intraoperatoria e braccio robotico per il trattamento del Deficit di decarbossilasi degli L-aminoacidi aromatici (Deficit di AADC) con la terapia genica eladocagene exuparvovec.
La protagonista di questa storia è una bimba siciliana che ha ricevuto il trattamento a soli 19 mesi, risultando così la paziente più piccola ad aver ricevuto la terapia in Europa. La bambina, a cui è stato dato il nome di fantasia Aurora, è la prima paziente in Italia a cui è stata somministrata la terapia di PTC Therapeutics da quando il farmaco si trova in regime di rimborsabilità dal Servizio Sanitario Nazionale, ossia da dicembre 2023 (prima di lei un bimbo siciliano di 3 anni, Simone, aveva ricevuto la terapia grazie all’autorizzazione di AIFA alla procedura di accesso anticipato stabilita dalla Legge 326/2003, n.d.r.).
Infine, la diagnosi di Deficit di AADC per Aurora è arrivata grazie al programma siciliano di Screening Neonatale Esteso (SNE) che ha permesso di individuare la malattia ultra-rara fin dalla nascita, di procedere a una tempestiva presa in carico e a una precoce somministrazione della terapia.
Per raccontare dettagliatamente questa esperienza, un vero e proprio successo che rende ancora una volta l’Italia protagonista delle terapie avanzate, OTA – Osservatorio Terapie Avanzate ha organizzato oggi una conferenza stampa digital che ha illustrato come un’innovazione terapeutica supportata da competenze, multidisciplinarità e sinergie istituzionali, può rivoluzionare la storia naturale di una malattia rara e la qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie.
I casi noti di Deficit di decarbossilasi degli L-aminoacidi aromatici (AADC, dall’acronimo inglese) nel mondo sono meno di 300, si tratta di una malattia sottodiagnosticata. In Italia, ad oggi, sono stati identificati 17 persone (tra bambini e adulti) che presentano questo Deficit, dei quali 7 in Sicilia, tra questi Simone e Aurora.
“Il Deficit di AADC è una patologia neurometabolica ereditaria, a trasmissione autosomica recessiva, causata da mutazioni bialleliche nel gene DDC. Il difetto genetico determina una carenza dell’enzima Dopa-decrabossilasi, a cui consegue una grave mancanza combinata dei neurotrasmettitori dopamina, serotonina, noradrenalina e adrenalina – ha spiegato Martino Ruggieri, Direttore dell’UOC di Clinica Pediatrica, AOU Policlinico Rodolico-San Marco dell’Università degli Studi di Catania – Le manifestazioni cliniche sono generalmente evidenti nei primi mesi di vita e le più frequenti comprendono ipotonia, ipocinesia, distonia, crisi oculogire, ritardo delle acquisizioni psicomotorie e disfunzioni del sistema nervoso autonomo. Nella maggior parte dei casi la patologia si presenta in forma grave, ma sono note alcune persone con questa malattia che presentano un decorso più lieve”.
Eladocagene exuparvovec è una terapia genica – autorizzata in Europa dal 2022 e in Italia da fine 2023 – che prevede la somministrazione con un’unica infusione (one shot) direttamente nel putamen del cervello ed è indicata per i pazienti con una forma grave di Deficit di AADC, di età pari o superiore ai 18 mesi e la cui diagnosi è stata confermata dal punto di vista clinico, molecolare e genetico.
La terapia si basa su un vettore virale (virus adeno-associato di tipo 2, AAV2) modificato per trasportare una versione funzionante del gene DDC umano, ossia le istruzioni per la produzione dell’enzima AADC. Le cellule bersaglio riacquisiscono così la capacità di sintetizzare i neurotrasmettitori mancanti con un conseguente importante beneficio clinico.
Attualmente eladocagene exuparvovec risulta l’unica opzione terapeutica mirata ed efficace in grado di cambiare radicalmente la storia naturale della malattia (fino a poco fa esistevano solo farmaci sintomatici). Inoltre, rappresenta la prima terapia genica al mondo che prevede una somministrazione intracranica. Sebbene si tratti di una procedura simile a quella utilizzata per il trattamento di alcuni disturbi neurologici, è un traguardo reso possibile dall’incontro tra le terapie avanzate e la neurochirurgia.
“Il Policlinico G. Rodolico-San Marco è stato il primo ospedale, attraverso la sua équipe multidisciplinare composta da neurochirurghi, anestesisti rianimatori pediatrici, neuroradiologi, pediatri e il personale infermieristico, ad attivare una procedura davvero innovativa di somministrazione di questo farmaco – ha raccontato Giuseppe Barbagallo, Direttore UOC Neurochirurgia, AOU Policlinico Rodolico-San Marco di Catania nel corso dell’incontro – Non abbiamo, difatti, utilizzato la tecnica tradizionale stereotassica ma abbiamo puntato a un intervento di neurochirurgia attraverso la neuronavigazione con braccio robotico che ha permesso di infondere la terapia genica nei quattro punti del putamen della bimba con la massima precisione. Per compiere questa delicata operazione, la neuronavigazione è stata supportata dalla fusione in tempo reale delle immagini di Risonanza Magnetica preparatoria e TAC intraoperatoria”.
Una metodologia talvolta impiegata in ambito oncologico o per altri tipi di stimolazione cerebrale e che ha permesso, in questo caso, di alzare il livello di accuratezza e di sicurezza della somministrazione della terapia, un approccio assolutamente innovativo nell’ambito del Deficit di AADC non solo a livello italiano ma anche mondiale. Tutti i pazienti trattati finora – incluso Simone che ha ricevuto la terapia nel maggio del 2023 presso il Policlinico Umberto I di Roma, l’altro centro di eccellenza per la terapia genica in Italia – avevano indossato il “caschetto” per l’intervento chirurgico stereotassico.
Aurora, che ha ricevuto eladocagene exuparvovec nel dicembre del 2024, ha mostrato già nelle settimane successive dei miglioramenti sul piano motorio a partire dagli occhi, per poi passare a testa, gambe e braccia, e sul piano neurologico, iniziando ad interagire con chi le sta intorno.
“Il trattamento tempestivo è stato possibile grazie alla diagnosi precoce che è arrivata proprio per mezzo dello Screening Neonatale Esteso regionale effettuato all’Ospedale dei Bambini ‘G. Di Cristina’ di Palermo. La sinergia tra la struttura universitaria palermitana, tra i centri di riferimento per lo SNE, e gli esperti della clinica pediatrica universitaria catanese, centro specializzato in malattie neurometaboliche rare, ha fatto sì che nel luglio del 2023 avvenisse la presa in carico della piccola paziente”, ha dichiarato Marianna Messina, Responsabile NBS, AOU Policlinico Rodolico-San Marco di Catania.
“Lo screening neonatale per il Deficit di AADC, al momento, risulta essere un’iniziativa territoriale in quanto la patologia non è ancora stata inserita nel panel nazionale delle malattie da individuare alla nascita. Si tratta, però, di uno strumento fondamentale: un semplice test, a basso costo, che permette di ottenere una diagnosi anticipata e quindi una gestione tempestiva della malattia, compresa la possibilità di intervenire con la terapia genica. Fattori in grado di rivoluzionare la storia naturale della malattia e la qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie. Uno strumento, infine, efficace che ci sta consentendo di ampliare le conoscenze scientifiche anche in campo epidemiologico. Grazie allo SNE, i dati di incidenza della malattia stanno cambiando in maniera significativa”, ha concluso Messina.