Siamo uomini o caporali?

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Nicoletta Cocco

Il potere e le passioni dell’anima è il titolo dell’interessante articolo di Roberto Perrotti che, dall’alto della sua esperienza professionale, sottolinea come una delle passioni dei potenti sia l’esibizionismo.

Ma qual è il confine tra esibizionismo e narcisismo? Un quesito che ha suscitato in me qualche riflessione.

La società odierna ha fatto della performance un valore dominante. Essere al top in azienda, a letto, diventare un leader politico oppure una star non è più un sogno, ma un dovere. Questo desiderio di vittoria è un motore, dà un costante impulso a migliorare e superarsi, ma può anche diventare fonte di depressione quando, malgrado tanti sforzi, il successo non arriva.

Al lavoro, in coppia, fra amici, gli esibizionisti puntano sempre a essere leader e fanno di tutto per riuscirci. Spesso i loro sforzi sono anche premiati, eppure nessun successo sembra bastare. A furia di inseguire il podio finiscono per perdere di vista le priorità.

Ma quante volte dietro la figura di un leader si nasconde una personalità narcisistica e presuntuosa. La sensazione è che tutto gli sia dovuto, alberga in lui la irragionevole aspettativa di trattamento di favore o di soddisfazione immediata delle proprie necessità. È incapace di riconoscere o identificarsi con i sentimenti e le necessità degli altri. Mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi.

Pensiamo poi all’esercito dei “combattenti”: agiscono più sotto l’influenza delle loro pulsioni e delle loro emozioni, che sotto quelle della ragione. Finiscono così per manipolare o addirittura calpestare il loro entourage. E, troppo spesso, dimenticano lungo la strada legami affettivi e princìpi morali, sono completamente incapaci di provare amore per sé e, di conseguenza, per chiunque.

Ma il potere dettato dalla presunzione risiede il più delle volte nelle “piccole” menti.

Il grande Totò soleva spesso scindere l’umanità in due categorie, gli uomini e i caporali e, purtroppo, ci imbattiamo quotidianamente in troppi caporali: inflazione di sé e comportamenti grandiosi, sete di ammirazione e mancanza di percezione dei problemi altrui sono le caratteristiche del “caporale”.
Sono perennemente insoddisfatti e non hanno la minima cognizione dei propri limiti.

Questi “caporali di giornata” sono i più pericolosi perché, nella scalata al potere, il più delle volte senza merito, appena conquistano il primo gradino diventano arroganti e sprezzanti delle esigenze degli altri, facendo pesare il loro nuovo status. Si sentono già Generali senza averne minimamente lo spessore, le attitudini e le capacità.

Camminano a tre metri da terra, per il solo fatto che sia stato riconosciuto loro anche il più piccolo ruolo, non importa se per aderenze politiche o per cooptazioni amicali o familiari. Non avendo alcunché da dire, in merito a ciò che concerne il loro ruolo, si improvvisano tuttologi, danno fiato alla loro bocca, inflazionando quotidiani ed emittenti televisive con interviste sullo “sviluppo comunitario delle lumache nane” o sulla “evoluzione sociale del tapiro malese”, argomenti vuoti che, certamente, non potranno mai determinare una benché minima crescita sociale, perché rappresentano il nulla, ma che, per questi parolai, è l’unica chance per sentirsi qualcuno.

Nicoletta Cocco

Direttore responsabile insalutenews.it

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