Si è concluso il 10° Simposio Internazionale sulla Lattazione e sull’Allattamento al seno organizzato da Medela

simposio-medela-2Bologna, 22 aprile 2015 – In occasione del 10° Simposio Internazionale sulla Lattazione e sull’Allattamento al seno che si è svolto a Varsavia lo scorso weekend (17-18 aprile 2015), a cui hanno partecipato oltre 450 delegati provenienti da 48 paesi diversi, si è parlato dell’incommensurabile valore del latte materno per i neonati prematuri e per quelli nati a termine e della necessità di assicurare a tutti i neonati prematuri la possibilità di assumere latte materno.

La struttura di questi Simposi, frutto di un’esperienza decennale, porta tutti, oratori e partecipanti, a dare e prendere il massimo dagli studi più recenti e dalle loro applicazioni nella pratica quotidiana.

La prima serie di presentazioni sul tema “I componenti unici del latte materno” ha fornito un approfondimento affascinante sulla complessità del latte materno. La prof.ssa Donna Geddes e i suoi colleghi della University of Western Australia hanno lavorato alla comprensione dei meccanismi di controllo dell’appetito e del loro effetto sulla crescita e sulla composizione corporea del neonato allattato al seno. I risultati saranno di supporto ai medici e incentiveranno lo sviluppo di pratiche salutari per il neonato. Esistono prove evidenti del fatto che il primo ambiente di un neonato, incluso il grembo materno nel caso del feto, ha un effetto di programmazione che può influire sulla sua salute negli anni successivi.

La dott.ssa Anna Cannon, candidata a un PhD, ha dedicato gran parte della sua ricerca al controllo dell’appetito. In questo senso, il ruolo dell’allattamento al seno sembra non poter essere ignorato, in particolare in relazione a patologie quali l’obesità. Il termine della poppata, per i neonati allattati con latte artificiale, è dato dall’esaurimento del latte nella bottiglia. Quelli allattati al seno, invece, si alimentano in base al loro appetito, grazie alla presenza di ormoni regolatori come la leptina. La ricerca sulla leptina e sugli altri ormoni regolatori dell’appetito è ancora agli inizi, ma ci sono buone ragioni per pensare che sarà possibile assistere a una riduzione dell’obesità nei bambini di età inferiore ai 5 anni. Al momento, sono circa 42 milioni (dati OMS, 2015).

La scoperta di cellule staminali nel latte materno continua ad attirare grande attenzione. Gli studi condotti sulle proprietà e sul potenziale di queste cellule dalla dott.ssa Foteini Hassiotou sono all’avanguardia nella ricerca scientifica moderna. Da esperimenti condotti su topini, risulta che è possibile trovare cellule staminali del latte materno nel fegato, nel pancreas, nei reni, nella milza, nel timo e, secondo studi recenti, anche nel cervello. Inoltre, la dott.ssa Foteini ha citato studi dai quali risulta che l’allattamento al seno riduce del 32% l’incidenza di alcune forme di tumori mammari. Dalla ricerca appare che, durante il periodo di allattamento al seno, il numero di certe cellule staminali nel seno è ridotto. L’ipotesi è che la riduzione dei tumori mammari possa essere correlata alla riduzione di queste cellule staminali. La dott.ssa Foteini ha inoltre chiarito i risultati di studi recenti, che dimostrano la presenza nel latte materno di enormi quantità di “microRNA”, molecole che controllano la funzionalità dei geni. Per chiarire l’importanza di questa nuova scoperta e il ruolo di queste nuove molecole nei neonati saranno tuttavia necessarie ulteriori ricerche.

Una seconda serie di presentazioni, dal titolo “Consigli pratici dalla ricerca”, ha affrontato il tema di come avvalersi delle scoperte teoriche nella pratica e di come colmare il divario tra sapere e fare. La promozione dell’alimentazione con latte materno presso le UTIN in Polonia è una delle priorità della prof.ssa Maria Wilińska. Sono state pubblicate dodici linee guida comprendenti programmi di formazione del personale ospedaliero, regole per la gestione del latte estratto e principi per un uso razionale del latte artificiale negli ospedali. Questa iniziativa, tesa a promuovere l’allattamento esclusivo al seno, è iniziata tre anni fa. In parallelo, inoltre, è stata creata anche una banca del latte. Il risultato congiunto di queste due iniziative ha visto una riduzione del 63% del consumo di antibiotici e del 65% dell’uso di latte artificiale. Si è registrata anche una riduzione significativa dell’incidenza della NEC.

La prof.ssa Cindy-Lee Dennis è convinta che le iniziative per promuovere l’allattamento esclusivo al seno (EBF, Exclusive Breastfeeding) possano avere un impatto significativo sulla riduzione della mortalità neonatale legata a malnutrizione. Le carenze del sistema socioculturale e sanitario continuano a ostacolare la diffusione dell’EBF. Tuttavia, si tratta di una situazione che può essere cambiata grazie all’azione sinergica del sistema sanitario, della comunità e della politica. I confronti diretti tra madri e le campagne di social marketing possono avere un forte valore per favorire la diffusione dell’EBF a livello comunitario.

La capacità dei genitori di prendersi cura del proprio bambino appena nato è uno degli elementi che condizionano il suo futuro. Il prof. Matthias Keller ha sottolineato l’importanza dell’assistenza familiare integrata nelle UTIN e ha presentato il suo programma NeoPAss, che coinvolge i genitori come membri attivi in ospedale. Le UTIN si trovano ad affrontare numerose difficoltà, come variazioni della pratica clinica, mancanza di coordinamento e comunicazioni contraddittorie. Il programma del professor Keller consente al personale delle UTIN di aiutare i genitori ad assistere in prima persona il proprio neonato, agendo da vere e proprie guide e fornendo loro elenchi e documenti utili. I risultati sono incoraggianti: le degenze risultano più brevi e i bambini allattati al seno già al momento delle dimissioni sono in aumento.

L’ultimo blocco di presentazioni ha preso in esame l’importanza del latte materno nelle UTIN, condividendo intuizioni ricavate dalla pratica. Il prof. Christoph Fusch ha esposto la ricerca alla quale sta lavorando, incentrata sul rafforzamento personalizzato e mirato del latte che, se condotto in modo corretto, è in grado di garantire il soddisfacimento di tutte le esigenze nutrizionali di un bambino prematuro. Il latte materno non è un prodotto standard e pertanto non può essere trattato come tale. La tecnica che il prof. Fusch sta studiando prevede un’analisi costante della composizione del latte materno, prendendo in considerazione tutti e tre i principali gruppi di sostanze nutritive (carboidrati, proteine e grassi) e non solo le proteine. È tuttavia ancora necessario lavorare al perfezionamento degli strumenti di analisi e all’individuazione di una composizione ideale del latte.

La prof.ssa Dianne Spatz ha descritto il Programma per il personale infermieristico sull’allattamento al seno, che fornisce al personale un supporto pratico per l’allattamento, da adottare regolarmente nella routine ospedaliera. Il suo “Programma in dieci passi” per promuovere e proteggere l’allattamento al seno dei bambini più vulnerabili, invece, aiuta a informare e a preparare i genitori di neonati ricoverati nelle UTIN in merito all’importanza del latte materno e al suo ruolo nel trattamento medico. Questi due programmi hanno già determinato un sensibile aumento dell’allattamento al seno al momento delle dimissioni negli Stati Uniti e adesso il “Programma in dieci passi” è in fase di attuazione nelle UTIN di tutto il mondo.

Seguendo l’esempio del Giappone – dove il latte artificiale nelle UTIN è vietato – gli ospedali in Canada stanno lavorando a politiche per incoraggiare l’uso esclusivo del latte materno. Il prof. Shoo Lee ha illustrato gli esiti di questa iniziativa, che nelle UTIN canadesi ha già comportato una riduzione della NEC dal 6 al 2,5%. Anche l’introduzione dell’assistenza familiare integrata, che delega ai genitori, sotto la guida del personale infermieristico, l’assistenza dei neonati in ospedale, ha prodotto risultati positivi, con aumento di peso dei neonati e maggior soddisfazione dei genitori e dello staff. La visione della famiglia come un’unità di cura e assistenza potrebbe e dovrebbe essere estesa anche ai genitori dei bambini non ricoverati nelle UTIN.

fonte: ufficio stampa

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