Roma, 5 settembre 2016 – Le mappe di scuotimento (ShakeMap) forniscono una immediata visualizzazione del livello di scuotimento (shaking) di una zona colpita o interessata da un terremoto.
L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) da diversi anni calcola le ShakeMap che riportano i valori di picco registrati da accelerometri e sismometri, principalmente forniti dalla Rete Accelerometrica Nazionale (RAN) del Dipartimento per la Protezione Civile e dalla Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’INGV, presenti nella zona del terremoto. Le mappe riportano sia valori fisici, come ad esempio accelerazione e velocità di picco del suolo sulle componenti orizzontali, sia una trasposizione di questi valori in intensità macrosismica (Mercalli Cancani Sieberg, MCS) che, ovviamente, non è osservata ma stimata dai dati.
Questa distribuzione del risentimento atteso fornisce una prima indicazione sul livello di scuotimento osservato e quindi del potenziale impatto, informazione molto utile alla Protezione Civile per il coordinamento e l’organizzazione delle squadre di soccorso in caso di terremoti rilevanti.
Sequenza sismica in Italia centrale: aggiornamento 5 settembre, ore 10:00
Dall’inizio della sequenza, con il terremoto di magnitudo 6.0 avvenuto alle ore 03:36 italiane del 24 agosto, la Rete Sismica Nazionale (RSN) dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) ha localizzato complessivamente oltre 5.300 eventi: 159 i terremoti di magnitudo compresa tra 3.0 e 4.0; 15 quelli localizzati di magnitudo compresa tra 4.0 e 5.0 e uno di magnitudo maggiore di 5.0, quello di magnitudo 5.4 (Mw 5.3) avvenuto il 24 agosto alle ore 04:33 italiane nella zona di Norcia (PG).
fonte: ufficio stampa