Pavia, 13 gennaio 2024 – In una società sempre più complessa e interconnessa, l’esplorazione delle opinioni dei cittadini assume un ruolo centrale nella comprensione delle dinamiche che plasmano le decisioni e le priorità collettive. La pandemia da Covid-19 ha agito da catalizzatore, rivelando non solo le vulnerabilità del nostro sistema, ma anche le risorse di resilienza presenti nelle comunità. È quindi urgente guardare verso il futuro ora; e per farlo, è necessario rispondere ad alcuni quesiti importanti. Come vorremmo che fosse il nostro mondo? Quali sono le sfide più grandi che dobbiamo affrontare? Come è possibile superarle?
Per rispondere a queste domande, il Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia ha realizzato a dicembre 2023 uno studio nazionale che ha coinvolto un campione di 1.000 cittadini maggiorenni italiani rappresentativo della popolazione per sesso, età, appartenenza geografica e occupazione utilizzando una survey realizzata con metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interview) per raccogliere le opinioni della popolazione sulle sfide globali percepite come urgenti da affrontare e sulle soluzioni ritenute più promettenti.
Quali sfide globali generano preoccupazione tra gli italiani? Le “top 5 challenges”
Le sfide globali che più sembrano preoccupare i cittadini sono quelle relative ai cambiamenti climatici e perdita della biodiversità (indicata rispettivamente da 7 italiani su 10), al timore per l’aumento di situazioni di violenza e conflitti (indicata rispettivamente da 7 italiani su 10), e alla diffusione di malattie e peggioramento dello stato di salute (indicata da 1 italiano su 2).
In merito alla sfida “cambiamenti climatici e perdita della biodiversità”, pensando al futuro del pianeta nei prossimi 10 anni, i cittadini si dichiarano particolarmente preoccupati per l’aumento della frequenza di episodi di maltempo estremo, inasprimento del fenomeno del riscaldamento globale e per il peggioramento della salute degli oceani e innalzamento livello dei mari.
In merito alla sfida “violenza e conflitti”, la preoccupazione è più spiccata per la possibilità che si verifichino con maggiore frequenza conflitti armati o guerre civili, fenomeni di terrorismo/radicalizzazione e di violenza online.
Relativamente alla sfida “salute e malattie”, i cittadini sono per lo più preoccupati per l’emergere di nuovi virus/pandemie, per la riduzione della possibilità di accedere a cure mediche di qualità e per un possibile peggioramento della salute mentale della popolazione.
A seguire, gli italiani riferiscono di essere preoccupati in merito alla qualità del mercato del lavoro (in 4 casi su 10), con particolare riferimento al timore di non riuscire a trovare un lavoro dignitoso, che possano peggiorare le condizioni di salute mentale e stress dei lavoratori e che l’attività professionale divenga totalizzante nella vita delle persone, con impatti negativi sul work-life balance.
Infine, per 1 italiano su 4 risulta molto preoccupante la possibile mancanza di risorse alimentari, idriche e abitative. In particolare, questa sfida allarma gli italiani con specifico riferimento alla prospettiva di un progressivo scarseggiare di risorse idriche potabili, dell’aumento della povertà economica e della carenza di risorse alimentari per soddisfare il fabbisogno del pianeta.
Chi è più preoccupato?
In generale, le donne risultano nella maggior parte dei casi le più preoccupate rispetto al futuro del pianeta e gli under 30 per quanto riguarda la sfida dei “cambiamenti climatici e della perdita di biodiversità”.
Sono invece i cittadini tra i 30 e i 40 anni quelli più preoccupati di tematiche legate alle condizioni di lavoro e alla disponibilità di beni primari come acqua, cibo e alloggi sicuri.
Come affrontare queste sfide?
Trasversalmente alle sfide, i cittadini intervistati individuano nell’ambito dell’educazione, nelle sue diverse manifestazioni, una chiave cruciale per affrontare le numerose difficoltà che il nostro pianeta dovrà affrontare nei successivi 10 anni.
Emergono appelli per la diffusione dell’insegnamento di valori quali la pace, la non violenza, la tolleranza culturale, i diritti umani, l’educazione alla salute e alla prevenzione, l’alfabetizzazione tecnologica, la scienza e la tecnologia. Risulta evidente che le soluzioni fondate sull’educazione occupano una posizione di rilievo, classificandosi tra le prime cinque risposte per ben quattro delle cinque sfide globali che caratterizzeranno il prossimo futuro.
Anche la cooperazione internazionale risulta agli occhi dei cittadini intervistati una delle soluzioni più promettenti per la salute del nostro pianeta: essa è percepita come una piattaforma cruciale per individuare e discutere sfide globali e transnazionali, nonché per formulare ed attuare soluzioni efficaci: tra queste spicca l’indicazione ad un maggiore coordinamento e dialogo tra i Paesi, la formulazione di quadri legislativi globali per far fronte alle sfide planetarie, la promozione di scambi interculturali con un focus sulla solidarietà e sul capacity building dei diversi popoli.
Tuttavia, nonostante la maggioranza degli intervistati concordi sul valore di questa soluzione, solo 1 su 5 ha dichiarato di essere fiducioso sul fatto che il mondo alla fine possa raggiungere questo obiettivo.
Inoltre, tra le “top solution” spicca anche l’indicazione ad una maggiore trasparenza della scienza e della ricerca chiamata ad essere più vicina ai cittadini e “partecipata”. La “scienza aperta” basata sul dialogo costante con la cittadinanza diventa uno strumento cruciale per garantire alla società l’accesso ad informazioni ed evidenze affidabili che possano guidare con maggiore consapevolezza le decisioni e i comportamenti dei cittadini in merito alla gestione delle sfide planetarie.
D’altro canto, occorre sostenere il senso di capacità di agire e la motivazione personale a dare il proprio contributo nel fronteggiare le sfide globali: infatti, solo 1 italiano su 4 reputa di essere sufficientemente in grado di dare un contributo in prima persona per affrontare le global challenges identificate come più preoccupanti.
Quali aree della società da “riprogettare”?
Se sollecitati a immaginare un “nuovo mondo” dopo l’emergenza pandemica da Covid-19, i cittadini evidenziano alcune aree della società più bisognose di essere ripensate: al primo posto si staglia il tema dell’accesso ad informazioni affidabili, seguito dall’investimento sull’ecologia e sostenibilità ambientale, dal sostegno alla cooperazione scientifica e condivisione dei dati di ricerca e alla connessione tra uomo e natura.
Tutte soluzioni che appaiono pienamente in linea con la Strategia Nazionale Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile fondata sulla sostenibilità, nelle sue componenti inscindibili – ambientale, sociale, economica e istituzionale – e sui principi di universalità, integrazione, partecipazione e inclusione sociale.
La prof.ssa Serena Barello, responsabile scientifico dello studio e professore associato di psicologia della salute presso il Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia, commentando i risultati, ha dichiarato: “Lo studio offre uno sguardo dettagliato sullo stato d’animo e le preoccupazioni della popolazione italiana in merito alle sfide globali che connoteranno il nostro futuro prossimo. I dati raccolti forniscono un’importante base per comprendere le sfide che dobbiamo affrontare come società e per sviluppare strategie efficaci per migliorare la qualità della vita e promuovere il benessere delle persone. L’educazione, emersa come soluzione chiave in risposta alle sfide planetarie che destano maggiore preoccupazione tra gli italiani, sottolinea l’importanza di investire nella formazione e nella sensibilizzazione della popolazione su temi critici come la tutela dell’ambiente e l’educazione alla pace”.
Il finanziamento della Regione Emilia-Romagna ha reso possibile questa indagine, sottolineando l’impegno delle istituzioni locali nel promuovere la ricerca scientifica e la comprensione delle opinioni della prospettiva della popolazione per orientare politiche capaci di sostenere processi di cambiamento culturale.
“Questi risultati non solo offrono uno sguardo approfondito sullo stato d’animo della popolazione italiana, ma anche una guida preziosa per futuri sforzi e politiche volte a affrontare le sfide globali e migliorare la qualità della vita di tutti i cittadini. Gli esperti del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia hanno lavorato utilizzando metodologie rigorose ed evidence-based per garantire la qualità e l’obiettività dello studio, fornendo una base solida per la riflessione e l’azione”, ha dichiarato il Difensore Civico dell’Emilia-Romagna, avv. Guido Giusti, finanziatore dello studio.
Conclude la prof.ssa Serena Barello: “La crisi da Covid-19 ha rappresentato un’opportunità unica per immaginare un mondo «nuovo», a partire dalla «diagnosi» delle sfide planetarie attuali e del prossimo futuro per generare soluzioni innovative che possano garantire un «domani» sostenibile”.
Ci si aspetta che i risultati ottenuti da questa indagine possano offrire un tassello conoscitivo utile a informare politiche future e a sostenere la comunità scientifica interessata alle dinamiche psico-sociali in contesti di cambiamento globale.