Roma, 9 marzo 2021 – “È fondamentale informare i cittadini dell’esistenza del glaucoma, indicarne i fattori di rischio e promuovere la cultura della prevenzione, invitando i cittadini a sottoporsi regolarmente a visite oculistiche presso medici specialisti”.
È il messaggio che l’Associazione italiana dei Medici Oculisti (AIMO), della quale fanno parte oltre mille medici specialisti in oftalmologia, molti dei quali specificamente formati nel campo del glaucoma, vuole lanciare in occasione della Settimana mondiale del Glaucoma, che si celebra dal 7 al 13 marzo, allo scopo di sensibilizzare il pubblico riguardo all’esistenza e alla gravità, ma soprattutto alle possibilità di prevenzione e cura di questa malattia ‘subdola’ dell’occhio.
“AIMO affronta la malattia quotidianamente e sistematicamente con l’operato dei suoi specialisti – fa sapere il vicepresidente dell’Associazione, Lorenzo Galli – con eventi di formazione continua per medici specialisti, con ampi spazi dedicati al glaucoma nel suo congresso annuale, con la messa a punto e la redazione di consensi informati e linee guida”.
“Questa subdola malattia dell’occhio e del nervo ottico colpisce nel mondo circa 80 milioni di persone sopra i 40 anni, circa un milione delle quali solo in Italia, e costituisce la principale causa di cecità non emendabile a livello globale – spiega Stefano Baiocchi, responsabile del Centro Glaucoma Uoc Oculistica Aou Senese e referente scientifico di AIMO – La cecità da glaucoma è infatti ‘non emendabile’, in quanto, una volta stabilitisi, i danni visivi sono irreversibili, contrariamente a quanto avviene con altre cause di menomazione visiva, quali soprattutto la cataratta e i vizi di refrazione, che sono invece rimediabili con correzioni ottiche o interventi chirurgici”.
La natura della malattia e la lentezza della sua evoluzione, che ha luogo quasi sempre nella totale assenza di sintomi, fa sì che il glaucoma sia stato intanto battezzato ‘il ladro silenzioso della vista’, tanto che si può affermare che circa metà dei soggetti affetti da glaucoma non siano a conoscenza della propria malattia e giungano quindi a esserne consapevoli solo in presenza di danni gravi e irrimediabili, con un grande impatto sociale oltre che personale.
Quanto alla diagnosi, si pone “solo a seguito di una visita oculistica completa – fa sapere Paolo Bettin, responsabile del Servizio Glaucoma U.O. Oculistica dell’Ospedale San Raffaele di Milano e consigliere di AIMO – durante la quale lo specialista esamina il nervo ottico, cerca in esso i segni del glaucoma, e valuta la presenza dei fattori di rischio della malattia, in primis il livello della pressione dell’occhio, ma anche altri fattori, come l’età, la razza, la familiarità, la miopia, il cosiddetto angolo stretto, la cornea sottile e numerose altre condizioni oculari che solo un oculista esperto può osservare”.
Una volta formulata la diagnosi, poi, si “deve” iniziare una cura e, a dispetto del fatto che molti sono i fattori di rischio che determinano l’insorgenza della malattia, ad oggi “l’unica cura di provata efficace consiste nella riduzione della pressione dell’occhio – aggiunge Bettin – una strategia che si è dimostrata efficace nei soggetti con la pressione alta, ma anche in quelli che non hanno la pressione alta”. Se la cura è efficace, infine, l’evoluzione della malattia “si arresta o rallenta molto”, conclude l’esperto.