Un tempo, quando il sesso era represso, la lussuria era il tentativo passionale di superare l’infelicità. I sensi erano esaltati pur nella repressione, la passione era bruciante e travolgente. Oggi il sesso è stato solo apparentemente “liberato”, poiché è diventato schiavo di un padrone ancora più potente e tiranno: il corpo! Un corpo che non è più fonte di energia sessuale, di passione e di esaltazione dei sensi, ma è diventato un collage di silicone.
Ora c’è il corpo inteso come ‘materia’ da plasmare, per conformarsi a canoni estetici imposti ed irraggiungibili, non c’è più la fisicità intesa come ‘strumento’ per far nascere e coltivare l’energia erotica. L’eros oggi è una questione narcisistica, basata sulla quantità di muscoli, sull’osservazione della perfezione del proprio ombelico. Eros si esprime attraverso l’ammirazione per se stessi e non per il corpo dell’altro. Il partner deve solo ammirare i nostri bicipiti, il nostro seno che sfida la forza di gravità, deve essere lo spettatore del nostro show narcisistico, non può far parte della nostra sessualità, poiché ormai eros è diventato ‘egos’.
Ho sempre sostenuto che un poco di egoismo fosse non solo sano, ma salubre per la coppia, poiché solo se cerchiamo di soddisfare noi stessi, riusciremo a soddisfare il nostro partner. Purtroppo si è andati oltre: l’altro ormai non esiste più! Nel sesso non vi è più fusione di energia sensuale, ma vi è solo prestazione, quantità ed esteriorità. Il sesso è diventato infelice, perché non è più spontaneo, naturale, libero, ma è soffocato dai numeri: ‘quante volte’, ‘quanto tempo’, ‘quanti partner’.
Oggi la parola lussuria sembra più coincidere con la parola ‘lusso’, che indica un’esagerazione, e con ‘lussazione’, che significa deformazione o divisione. Il corpo viene fatto a ‘fettine’, è una parte che clicchiamo con il mouse, è una inquadratura della webcam, non c’è più completezza e globalità, ma la sessualità viene fatta a pezzi…. Oserei dire ‘macellata’.
Ci concentriamo solo su alcuni aspetti del partner (il corpo o una parte di questo), che diventano il polo dell’attrazione erotica; tutto il resto è escluso, l’interezza è negata. Il sesso è infelice perché è prigioniero non solo del corpo, ma anche della paura del confronto con un altro essere umano nel quale è possibile rispecchiarsi.
Un’immagine che per me è sempre stata metafora della sessualità felice è quella dell’arcobaleno, che parte dalla terra (il corpo), si eleva, si colora di mille sfumature, mille emozioni e sensazioni e poi torna alla terra in un movimento non solo circolare, ma come trait d’union fra i due partner.
Ho sempre pensato alla sessualità come ad un ‘ponte colorato’, che ci permette di passare da una dimensione egocentrica e chiusa, ad una relazione aperta e generosa, dove non solo diamo, ma ci diamo al partner. Purtroppo anche questa immagine poetica si è distrutta, il ‘gioco dell’arcobaleno’ è fra gli adolescenti quello che per noi era il romantico gioco della bottiglia: le ragazze indossano rossetti diversi, si spengono le luci, si pratica sesso orale ‘random’ e quando le luci si riaccendono si deve indovinare chi è ‘bocca di rosa’!
Questo non è sesso ludico, ma è sesso quantitativo. Questo non è sesso felice, ma sesso infelice!