Senza Tempo di Attesa, i risultati di un progetto sperimentale della Regione Toscana

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Siena, 22 giugno 2018 – Primi risultati per il progetto “Senza Tempo di Attesa”, partito in via sperimentale nell’area cardiologica per la zona senese, grazie alla piena collaborazione tra Azienda ospedaliero-universitaria Senese e Azienda USL Toscana sud est, con il supporto della Regione Toscana.

Nei primi due mesi di sperimentazione, sono state effettuate 681 prime visite cardiologiche che comprendono visita, elettrocardiogramma ed ecocolordoppler, in modo da dare una risposta completa a un bisogno di salute primario. Al momento tutte le prime visite cardiologiche vengono effettuate entro cinque giorni.

“Il lavoro che stiamo portando avanti tutti insieme – spiega Valtere Giovannini, direttore generale Aou Senese – punta a ristrutturare integralmente il sistema specialistico, in cui abbiamo diverse criticità, e la cardiologia ha rappresentato uno studio pilota che, visti gli ottimi risultati ottenuti, riproporremo per le altre specialistiche. L’offerta mensile è modulata sulla base della domanda di salute da parte del cittadino, questa è la chiave di volta del sistema. Ora stiamo lavorando nel settore della diagnostica per immagini con particolare attenzione alle risonanze magnetiche”.

“Questo progetto – prosegue Giovannini – si inserisce nel piano regionale di riduzione delle liste di attesa orientato a non far crescere le prestazioni del privato in sanità ma ad investire nell’acquisto di attività aggiuntive dai professionisti sanitari pubblici, con maggiori controlli anche nel settore della libera professione che non potrà mai superare l’attività istituzionale. Sarà quindi fondamentale, come già sottolineato dal Presidente della Regione Toscana, anche l’arrivo di maggiori risorse da parte del Ministero della Salute”.

Le prestazioni del progetto “Senza Tempo di Attesa” sono erogate da ogni zona-distretto in base alle necessità dei cittadini, indicate attraverso il medico di medicina generale che svolge un ruolo fondamentale in piena collaborazione con il medico specialista.

“Il progetto di abbattimento delle liste di attesa – aggiunge Enrico Desideri, direttore generale Azienda Usl Toscana sud est – si inserisce nel più ampio progetto riorganizzativo delle “Reti cliniche integrate e strutturate” che ha visto l’Azienda Usl Toscana sud est mettere in rete i 13 ospedali tra loro e sopratutto con l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, in un raccordo strutturato con il territorio e tra tutti i professionisti. Questo modello, mutuato dal Population Health Management, ci permette una presa in carico a tutto tondo del paziente che può trovare, nel proprio territorio, quella continuità e contiguità di cui ha bisogno, quindi massima specializzazione ed expertise ma anche prossimità delle cure, essenziale, soprattutto, per i pazienti cronici”.

Il progetto rappresenta un cambiamento importante nella gestione del sistema di prenotazione: si tratta di un lavoro di unificazione delle procedure e di una presa in carico totale del “bisogno di salute”. Si parla, nell’ultimo anno, di 580mila persone che si sono rivolte agli ambulatori di Arezzo Siena e Grosseto su un totale di 843mila residenti: 2milioni e 800mila accessi per visite ed esami.

Indubbiamente sono aumentati e aumenteranno i volumi prodotti, non si può affermare, infatti, che aumentando l’offerta aumenti la domanda. In tal senso, in altre province, dove è stato sperimentato il “just in time” come per l’ecoaddome, è stata fatta un’analisi calcolando una previsione di 220 ecoaddome/settimana e ne sono stati programmati 230: così, ad un anno, la richiesta sulla coorte è stabile ed il tempo d’attesa per il primo accesso è entro i 7 giorni. Nella provincia di Siena i tempi per l’ecoaddome sono già di 7 giorni in Amiata, Val di Chiana e Val d’Elsa come per la visita cardiologica ed oculistica.

Quindi, come dimostra questo primo anno di sperimentazione, se le prenotazioni sono fatte dai medici rispettando il criterio delle classi di priorità, i tempi d’attesa possono essere azzerati e già oggi il 70% delle visite e degli esami rispettano i tempi previsti (due anni fa erano il 40%). Ad esempio, riprendendo il tema dell’oculistica citata in questi giorni dalla stampa, per una prima visita in Val d’Elsa la prima disponibilità è domani a San Gimignano e la seconda è dopodomani a Colle Val d’Elsa, non vi sono tempi d’attesa nemmeno se la priorità è breve. Per una priorità D, ovvero differita, il primo appuntamento è il 3 luglio a Campostaggia, mentre la visita di controllo è prenotabile nei mesi successivi.

Al momento le Aziende stanno anche lavorando per avvicinare la prenotazione al medico prescrittore con il progetto “Dove si prescrive si prenota”, presente già in molte sedi comuni dei medici di famiglia e nei poliambulatori (circa nel 35% dei punti di prenotazione): in questo caso è lo stesso medico che individua per il suo paziente, insieme a lui, la data dell’appuntamento sulla base del tempo più appropriato per l’esame o per la vista (classi di priorità).

In ogni caso, comunque, quando c’è divario tra prenotazione e bisogno esiste un helpdesk, in tutte le province, che valuta la situazione e la risolve (90.000 prese in carico/anno).

Un altro elemento su cui il progetto ha posto la propria attenzione è la vicinanza. La maggior parte delle visite specialistiche vengono già garantite nell’ambito della stessa Zona Distretto e, per tutte le indagini di diagnostica pesante (RMN, TAC..), è in corso la definizione di bacini che soddisfino anche il requisito della prossimità al paziente, ovvero, che la sede di erogazione sia entro distanze accettabili.

Infine, dichiarano congiuntamente Desideri e Giovannini “ci scusiamo per i disagi riscontrati dai cittadini sulle liste di attesa ma l’impegno concreto è arrivare a fine anno con la possibilità di accedere “senza tempo di attesa” alle prestazioni specialistiche delle Scotte ogni volta che un medico di medicina generale lo ritenga necessario per un suo assistito. Il nostro è un progetto complesso ma non impossibile: richiede tempi per ridisegnare l’offerta e anche per ristrutturare gli ambulatori, in condivisione con i professionisti, per una nuova cultura assistenziale”.

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