Sentenza dell’Alabama su embrioni congelati, Greco (SIdR): “Decisione che sconcerta e penalizza la scienza”

Prof. Ermanno Greco

Roma, 1 marzo 2024 – “La sentenza della Corte Suprema dell’Alabama, che ha stabilito che gli embrioni congelati sono persone e che si può essere perseguiti penalmente per la loro eventuale distruzione, sconcerta e penalizza fortemente la scienza”.

Lo afferma Ermanno Greco, Presidente della Società Italiana della Riproduzione (S.I.d.R.), che osserva come si tratti di “un precedente preoccupante, che può avere ripercussioni negative anche sulla legislazione italiana. Nel nostro Paese, infatti, il dibattito sulla fecondazione in vitro è aperto da tempo e vede in campo posizioni diverse e contrastanti”.

Anche se la Corte dell’Alabama non ha espressamente vietato la pratica del congelamento di embrioni e ovuli fecondati, ha comunque riconosciuto loro lo status di esseri umani e ciò a prescindere dal fatto che gli embrioni siano stati già impiantati nell’utero o meno.

“In Italia – sottolinea Greco – la legge 40 del 2004 permette il ricorso alla Procreazione medicalmente assistita (Pma) e molte coppie ne hanno tratto beneficio, riuscendo a realizzare il desiderio di diventare genitori, attraverso l’accesso a trattamenti sicuri ed efficaci. La tecnica di diagnosi genetica preimpianto, volta a verificare il corretto corredo cromosomico dell’embrione, ci ha permesso di capire che molti di questi, soprattutto quando la donna ha più di 37/38 anni, sono gravemente alterati cromosomicamente, senza alcuna possibilità di impianto, come dimostrato da molteplici studi internazionali che hanno evidenziato come il loro trasferimento in utero si realizzi in un mancato impianto”.

“Oggi – prosegue – la legge in Italia ci obbliga a congelarli, cosa che non ha nessun senso ma che porta solo a un accumulo di embrioni non vitali. Questi embrioni potrebbero per esempio essere utilizzati per la ricerca. Per quanto riguarda gli embrioni con capacità di impianto, invece, bisognerebbe favorire la loro adozione biologica, cosa anch’essa vietata in Italia. Se veramente vogliamo una maggiore protezione e il rispetto per gli embrioni, occorre dare loro la possibilità di vivere trasferendoli in utero senza speculazioni economiche”.

Secondo Greco, quindi, la svolta decisa in Alabama va “analizzata con attenzione e obiettività, favorendo, in questa prospettiva, il dialogo tra esperti, istituzioni e società civile per promuovere una migliore conoscenza sulla fecondazione in vitro”.

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