Seguire i tempi degli interventi chirurgici dalle sale di attesa su smartphone e tablet grazie a una app

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Presentata la nuova funzione della APP Careggi Smart Hospital. Stefania Saccardi: “La vera riforma sanitaria passa anche dall’informatica”

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Firenze, 6 gennaio 2018 – È stata presentata nel corso di una conferenza stampa la nuova funzione che arricchisce la APP Careggi Smart Hospital, la prima in Italia che consente di seguire le fasi degli interventi chirurgici di un proprio familiare o caro, su smartphone e tablet. Previo consenso dell’interessato, i familiari dei pazienti possono essere informati in tempo reale mediante i loro dispositivi mobili, quindi anche senza essere fisicamente a Careggi, sui vari momenti dell’intervento chirurgico in corso.

La nuova funzione dell’APP, già disponibile su monitor multimediali istallati nella sala di attesa del nuovo Trauma Center, dove sono attive 14 sale operatorie, è stata presentata dal Direttore dello Staff di Careggi Andrea Belardinelli, alla presenza del Direttore Generale Monica Calamai, del Consigliere Titta Meucci in rappresentanza del Consiglio Regionale e dell’Assessore alla Salute della Toscana Stefania Saccardi che ha dichiarato: “La nuova funzione dell’APP di Careggi è molto utile per i familiari dei pazienti che possono seguire le fasi dell’intervento chirurgico ed essere costantemente informati anche rimanendo a casa. Oltre a questo il sistema permette di controllare, verificare e quindi migliorare la programmazione in ambito chirurgico con maggiori efficienza e trasparenza. Esperienze come questa aiutano a comprendere che la vera riforma sanitaria è nell’informatica”.

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Esempio di schermata su monitor

“E’ un’altra innovazione del progetto Careggi Smart Hospital” afferma Monica Calamai direttore generale dell’Azienda ospedaliero-universitaria fiorentina, che dal 2013 ha introdotto una serie di servizi digitali dedicati all’utenza per semplificare il rapporto con l’Ospedale. “Abbiamo impiegato le nuove tecnologie – conclude Calamai – per metterci dalla parte del cittadino e migliorare la qualità percepita nell’interazione con i luoghi di cura, non solo sul piano clinico rispetto agli esiti delle prestazioni, ma anche dal punto di vista della relazione umana”.

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