Roma, 3 ottobre 2022 – In relazione al Premio Nobel per la medicina assegnato oggi, 3 ottobre 2022, a Svante Pääbo per le sue scoperte sul genoma degli uomini primitivi, di seguito la dichiarazione di Francesco Cucca, genetista associato all’Istituto di ricerca genetica e biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Irgb) e professore di genetica medica dell’Università di Sassari.
“Siamo una specie curiosa e abbiamo sempre avuto un particolare interesse al problema delle nostre origini. Da dove veniamo e che rapporto abbiamo con le specie che ci hanno preceduto? Cosa rende noi, Homo sapiens, diversi o simili rispetto agli altri ominidi che ci hanno preceduto? Grazie alle sue ricerche pionieristiche, Svante Pääbo ha dato una risposta basata sull’evidenza scientifica a queste domande. Quello per Svante Pääbo è quindi un Nobel atteso”.
“È stato l’antesignano della paleogenetica, cioè di quegli studi che utilizzano il DNA dei resti preistorici per creare un profilo genetico ad alta risoluzione e che hanno dato il via alla cosiddetta rivoluzione del DNA antico. Le ricerche di Pääbo hanno evidenziato tra le altre cose che il corredo genetico di specie di ominidi ancestrali, come ad esempio il Neanderthal e il Denisovan, ha contribuito in piccola ma significativa misura all’attuale corredo genetico della nostra specie”.
“Pääbo ha anche scoperto che il trasferimento di geni da questi ominidi ormai estinti è avvenuto circa 70.000 anni fa. Questo antico flusso di geni nel genoma della nostra specie ha una rilevanza medico-biologica attuale; ad esempio alcuni di questi geni influenzano il modo in cui il nostro sistema immunitario reagisce alle infezioni, come è stato possibile dimostrare anche nel corso della pandemia da Covid-19”.