Scompenso cardiaco, ne soffrono 1 milione di italiani. Nuove possibilità di diagnosi e cura

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Malattia complessa, con alto indice di mortalità, sempre più frequente per l’avanzamento dell’età: in Italia e in Europa ne soffre il 2,5 per cento della popolazione. Lunedì 23 e martedì 24 aprile il primo congresso ospitato alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Tra i coordinatori scientifici Michele Emdin e Claudio Passino, docenti all’Istituto di Scienze della Vita

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Pisa, 19 aprile 2018 – Allo scompenso cardiaco è dedicata la prima edizione del congresso “Heart failure 2030: cutting edge care of the failing heart”, ospitato dalla Scuola Superiore Sant’Anna lunedì 23 (inizio ore 10.00 in aula magna) e martedì 24 aprile e dedicato alle più recenti acquisizioni sulla fisiopatologia e sulla gestione clinica di questa malattia complessa, gravata da un alto tasso di mortalità.

Lo scompenso cardiaco è destinato a diventare sempre più frequente, anche per l’avanzamento dell’età della popolazione generale. La percentuale di persone che soffre di scompenso cardiaco in Europa e in Italia è pari al 2,5 per cento. Questo significa che circa 15 milioni di cittadini europei e 1 milione di italiani soffrono di questa malattia. La prevalenza cresce in maniera esponenziale con l’età: meno dell’1 per cento sino a 60 anni, 2 per cento tra 60 e 70, 5 per cento tra 70 e 80, attestandosi a oltre il 10 per cento dopo gli 80 anni.

Il congresso del 23 e del 24 aprile alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa è organizzato da quattro giovani cardiologi: Giuseppe Vergaro (Scuola Superiore Sant’Anna); Francesco Orso (Università di Firenze); Matteo Cameli (Università di Siena); Gabriele Schiattarella (University of Texas Southwestern), sotto la guida di due docenti dell’Istituto di Scienze della Vita della Scuola Superiore Sant’Anna, Michele Emdin e Claudio Passino, cardiologi alla Fondazione Toscana Gabriele Monasterio.

“Dottore, ho l’affanno dopo pochi gradini”, “Ho il fiatone”, “Mi si gonfiano i piedi e le caviglie”, “Non riesco a fare quello che potevo pochi mesi fa” sono frasi che i cardiologi si sentono ripetere dai pazienti: lo scompenso cardiaco è una prigione le cui pareti si chiudono in maniera graduale intorno al paziente, che trova un impedimento crescente alle sue attività solite. Lo stesso quadro di sintomi e segni può essere sostenuto da un deficit della capacità di pompa, ovvero della fase di rilasciamento del cuore.

Nei paesi occidentali sono due le principali patologie responsabili in larga misura dello scompenso cardiaco: l’infarto acuto del miocardio e le miocardiopatie (ossia patologie che colpiscono direttamente le cellule miocardiche, causandone alterazioni funzionali e strutturali), oltre alla miocardite (processo infettivo, principalmente di natura virale), e ai processi patologici a carico delle valvole cardiache possono determinare uno scompenso cardiaco se non trattate in modo appropriato.

Durante i lavori, a cui è prevista la partecipazione di numerosi cardiologi “under 40” e di alcuni tra i principali esperti internazionali di scompenso, saranno discussi tutti gli aspetti, inclusi quelli sperimentali, clinici, economici ed etici che derivano dalla gestione del paziente affetto da scompenso cardiaco.

Scopo principale è promuovere l’interazione, attraverso lo scambio di esperienze e di competenze, tra i giovani cardiologi interessati allo scompenso e i maggiori opinion leader, per creare un network collaborativo di ricerca e identificare nuove possibilità di diagnosi e cura.

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