Scompenso cardiaco, la pandemia della cardiologia. Sì ai controlli precoci

Roma, 27 settembre 2024 – In occasione della Giornata Mondiale del Cuore 2024 che si celebrerà il prossimo 29 settembre, il prof. Francesco Fedele, responsabile del reparto di riabilitazione cardiorespiratoria presso il San Raffaele di Montecompatri, ha lanciato un allarme significativo: “lo scompenso cardiaco è la vera pandemia della cardiologia”. Un messaggio forte che sottolinea l’urgenza di sensibilizzare la cittadinanza sulle malattie cardiovascolari, tra le principali cause di morte a livello globale e responsabili di oltre 220.000 decessi all’anno in Italia.

“I fattori di rischio sono legati agli stili di vita e a condizioni preesistenti come ipertensione, diabete e dislipidemia”, ha spiegato Fedele. Accanto a questi, il fumo, la sedentarietà e l’obesità aggravano significativamente la possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari.

Prof. Francesco Fedele

Al San Raffaele di Montecompatri la riabilitazione cardiorespiratoria svolge un ruolo centrale nel recupero dei pazienti affetti da patologie cardiache, specialmente quelli con scompenso cardiaco, definito dal prof. Fedele come “la pandemia della cardiologia. Riabilitiamo pazienti che provengono da interventi cardiochirurgici e toracici, puntando non solo al recupero fisico, ma anche all’ottimizzazione della terapia, garantendo così una migliore qualità di vita e il prolungamento della sopravvivenza”, sottolinea.

Tra i temi focus della Giornata Mondiale del Cuore c’è anche l’importanza dei controlli cardiologici precoci. “Sarebbe fondamentale – continua – che i controlli cardiaci vengano istituzionalizzati già a partire dai 14 anni, subito dopo la pubertà. Lo screening elettrocardiografico deve essere eseguito indipendentemente dall’attività sportiva o dallo stile di vita, perché anche se la maggior parte dei giovani è sana, c’è un 1-2% di casi in cui possono emergere anomalie causa di gravi eventi come l’arresto cardiaco.  Lo screening cardiovascolare anche in adolescenza è uno strumento chiave per prevenire la morte cardiaca improvvisa, che colpisce ogni anno quasi 1.000 giovani sotto i 35 anni”.

Un elettrocardiogramma di base può già rivelare anomalie elettriche del cuore che, se identificate in tempo, consentono di procedere con ulteriori accertamenti e di intervenire in modo preventivo. È bene ricordare che le morti improvvise sotto i 30 anni sono raramente causate da infarto.

“Per gli uomini – spiega il cardiologo – è consigliabile iniziare con controlli regolari come l’elettrocardiogramma e l’ecocardiogramma intorno ai 30-35 anni, mentre per le donne questi controlli possono essere posticipati di 5-10 anni. Tuttavia, se vi è una familiarità con problemi cardiovascolari, è necessario anticipare tali esami”.

“In generale, per una valutazione cardiologica completa e iniziale, sono sufficienti un elettrocardiogramma a riposo e uno da sforzo, oltre a un ecocardiogramma. Qualora emergano anomalie, si possono eseguire esami più complessi come la risonanza magnetica o la TAC coronarica per approfondire la diagnosi” prosegue.

Un aspetto cruciale è anche l’educazione dei giovani alla prevenzione delle malattie cardiovascolari. “È più importante che mai intraprendere percorsi educativi per garantire alle nuove generazioni una maggiore consapevolezza e capacità di agire in caso di emergenza – afferma Fedele – La prevenzione inizia a tavola: una dieta mediterranea, ricca di frutta, verdura e olio d’oliva, rappresenta una difesa contro le malattie cardiache”.

Ma la sola alimentazione non basta: è essenziale combinare uno stile di vita sano con una regolare attività fisica. “Non servono maratone – conclude l’esperto – basta una semplice passeggiata di 2-3 chilometri al giorno per mantenere il cuore in salute”.

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