Roma, 4 giugno 2018 – Da oggi esiste un nuovo potente alleato per combattere lo scompenso cardiaco. È il CCM (Cardiac Contactility Modulation), per la prima volta impiantato a Roma, e nel centro Italia, su un paziente di 72 anni nell’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina, dai dottori Stefano Bianchi e Pietro Rossi dell’Unità di Cardiologia.
Il paziente soffriva di una forma avanzata di scompenso cardiaco e portava già un defibrillatore. L’intervento di applicazione del dispositivo è stato eseguito in anestesia locale ed è durato circa 40 minuti. Già il giorno seguente il paziente è stato in condizioni di alzarsi.
A beneficiare di questo nuovo approccio ci sarà tutta una serie di malati che, altrimenti, rischierebbe di dover convivere a lungo con questa malattia, come quelli che non rispondono in maniera ottimale alle terapie farmacologiche.
“L’insufficienza cardiaca costituisce un problema di salute pubblica di enorme rilievo – ha sottolineato il dott. Bianchi – perché a soffrire di questa patologia in Italia sono circa 600 mila persone”.
Circa il 3% dei ricoveri che avvengono negli ospedali romani sono dovuti a casi di scompenso cardiaco. Un disturbo frequente che aumenta con l’età, dopo i 65 anni arriva al 10 % circa e rappresenta la prima causa di ricovero, ma che da oggi ha trovato un nuovo nemico sulla sua strada. Si tratta del dispositivo per la Modulazione della Contrattilità Cardiaca, apparecchio che potrebbe ricordare il più noto pacemaker, ma che non è un suo sostituto.
Si tratta di un apparecchio che migliora la contrattilità del cuore, stimolando il muscolo cardiaco con degli impulsi elettrici. Sono scosse diverse rispetto a quelle del pacemaker però.
“I pacemaker servono per stimolare il cuore quando il suo impulso elettrico spontaneo a contrarsi è bloccato, e quindi il muscolo si ferma o rallenta criticamente – spiega il dott. Bianchi – Il dispositivo per la Modulazione della Contrattilità Cardiaca, invece, determina una rimodulazione del metabolismo del calcio. Nel cuore scompensato, infatti, si riduce l’attività dei geni e delle proteine che promuovono il rilascio di calcio nella cellula e conseguentemente la sua contrattilità”.
L’Ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina si pone, ancora una volta, come eccellenza del territorio per le patologie cardiache, con particolare interesse allo scompenso cardiaco e alla fibrillazione atriale.