Sclerosi multipla, ecco come rallentare la progressione della malattia

Prof. Massimo Filippi

Roma, 20 luglio 2021 – La Sclerosi Multipla (SM) può esordire ad ogni età, ma è più comunemente diagnosticata nel giovane adulto tra i 20 e i 40 anni. Ci sono circa 2,5-3 milioni di persone con SM nel mondo, di cui 1,2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Il numero di donne con SM è doppio rispetto a quello degli uomini, assumendo così le caratteristiche non solo di malattia giovanile ma anche di malattia di genere.

Esistono varie forme di malattia, ma la pratica clinica ha evidenziato come iniziare la terapia il più precocemente possibile porti ad un rallentamento della progressione della disabilità, ricordando che ogni individuo richiede un programma di cura personalizzato. Al fine di sensibilizzare le istituzioni verso un trattamento precoce ed efficace, Motore Sanità ha organizzato il 2° di 10 appuntamenti regionali dal titolo “Focus Lombardia: #MULTIPLAYER – La Sclerosi Multipla si combatte in squadra”.

“La Sclerosi Multipla (SM) rappresenta la principale causa di disabilità dei giovani adulti, con circa 2.5-3 milioni di persone affette nel mondo, di cui 1.2 milioni in Europa e circa 130.000 in Italia. Dato l’impatto che la patologia può avere sulle persone affette da SM, sui loro familiari e sull’intera società, è fondamentale agire tempestivamente sulla malattia, effettuando una diagnosi il più precoce possibile ed ottimizzando i trattamenti della SM attraverso la collaborazione di più specialisti e un approccio personalizzato per ciascun paziente. L’introduzione di criteri diagnostici sempre più sensibili e accurati sta permettendo di diagnosticare la malattia già dopo la comparsa dei primi disturbi clinici, grazie al contributo della risonanza magnetica e dell’esame del liquor cefalo-rachidiano. Una diagnosi precoce può permettere di iniziare tempestivamente un trattamento efficace contro la SM, con la possibilità di prevenire la comparsa di nuovi disturbi clinici e limitare fenomeni quali la demielinizzazione e la perdita neuro-assonale che sono alla base della progressione di disabilità nelle persone con SM. Tutto questo, ovviamente, è reso possibile dalla ricerca scientifica che sta facendo passi da gigante nella comprensione della fisiopatologia, nella diagnosi e nel trattamento della SM. Accanto a ciò, poi, è fondamentale che vi sia un Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) standardizzato e di alta qualità a livello della Regione che possa rendere efficiente ogni aspetto della presa in carico del paziente, dalla fase diagnostica al suo trattamento e monitoraggio nel tempo. Per migliorare il percorso terapeutico di ciascun paziente è certamente necessario sensibilizzare tutte le figure coinvolte nel sistema circa la rilevanza di un trattamento precoce e efficace della SM e creare una integrazione e connessione fra i vari specialisti, le varie strutture, i servizi per permettere la migliore presa in carico possibile di una malattia cronica complessa come la SM e di progettare dei percorsi salute per la gestione a 360 gradi di tutti gli aspetti della malattia”, ha spiegato Massimo Filippi, Professore Ordinario di Neurologia e Direttore della Scuola di specializzazione in Neurologia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele e Direttore Unità di Neurologia, Neuroriabilitazione, Neurofisiologia, Stroke Unit e Centro Sclerosi Multipla, IRCCS Ospedale San Raffaele, Milano

Salva come PDF
Le informazioni presenti nel sito devono servire a migliorare, e non a sostituire, il rapporto medico-paziente. In nessun caso sostituiscono la consulenza medica specialistica. Ricordiamo a tutti i pazienti visitatori che in caso di disturbi e/o malattie è sempre necessario rivolgersi al proprio medico di base o allo specialista.

Potrebbe anche interessarti...