La prima Biobanca Nazionale dedicata alla ricerca sulla SLA e aperta a tutti i ricercatori del mondo ha da oggi al vertice come direttore Mario Sabatelli, neurologo, responsabile dell’area adulti del Centro Clinico NeMO e, come responsabile del comitato scientifico, Paolo Annunziato, economista, già direttore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, CNR
Roma, 18 novembre 2019 – Sono stati nominati i vertici della prima Biobanca Nazionale sulla SLA creata da AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Xbiogem, per conservare tessuti biologici necessari alla ricerca dedicata alla SLA e aperta a tutti gli scienziati nel mondo: il direttore è Mario Sabatelli, neurologo, responsabile dell’area adulti del Centro Clinico NeMO presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS; il responsabile del comitato scientifico è Paolo Annunziato, economista, persona con SLA, già direttore del Consiglio Nazionale delle Ricerche, CNR e presidente del Centro Italiano Ricerche Aerospaziali, CIRA.
Il referente del Sistema gestione per la qualità è Alberto Fiore (Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS), i membri del comitato scientifico, oltre a Paolo Annunziato, sono Maria Rosaria Monsurrò (Seconda Università degli Studi di Napoli), Claudia Caponnetto (IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova) Serena Lattante (Università Cattolica del Sacro Cuore) e Giuseppe Marangi (Università Cattolica del Sacro Cuore). I vertici della Biobanca Nazionale sulla SLA sono stati nominati da Aisla e dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS.
Grazie alla Biobanca Nazionale sulla SLA, inaugurata nel giugno del 2019 al Policlinico Gemelli di Roma, alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, i ricercatori impegnati nella lotta alla SLA, per la prima volta in Italia, possono oggi contare su questa struttura che consente di conservare tessuti biologici necessari alla ricerca.
Mario Sabatelli, direttore della Biobanca Nazionale sulla SLA, commenta: “Le conoscenze sulla SLA sono aumentate considerevolmente in questi ultimi anni e la possibilità che nei prossimi mesi si arrivi a individuare una terapia per le rare forme di SLA geneticamente determinate rappresenta una concreta speranza. Ciò significa che la strada intrapresa da molti ricercatori è quella giusta, ma è necessario intensificare gli sforzi utilizzando ogni strumento che aumenti le opportunità di ricerca. La Biobanca rappresenta un volano, un amplificatore di opportunità per dare un’accelerazione consistente al raggiungimento dell’obiettivo della terapia”.
Paolo Annunziato, responsabile del comitato scientifico della Biobanca Nazionale sulla SLA, osserva: “Non è vero che non esiste una cura per la SLA, occorre solo scoprirla. Il tempo necessario a trovare una terapia efficace per la SLA dipenderà dalla quantità e dalla qualità di studi scientifici che potranno essere portati avanti nei prossimi anni. La Biobanca Nazionale SLA costituisce un passo avanti per favorire e incentivare la collaborazione tra i ricercatori. I campioni biologici e i dati saranno messi a disposizione dei ricercatori italiani e stranieri secondo criteri di eccellenza scientifica e nel rispetto della riservatezza dei donatori. È un progetto che aumenta la speranza per tutti i malati di SLA”.
La Biobanca Nazionale SLA è una struttura che ha sede presso il Policlinico Gemelli di Roma, gestita da XBiogem, (Biorep Gemelli Biobank), società nata dalla collaborazione tra Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e BioRep, il Centro di Risorse Biologiche del Gruppo Sapio. Comprende 10 contenitori per la crioconservazione a vapore d’azoto a temperature comprese tra -20°C e i -190°C. I contenitori possono conservare fino a 380.000 campioni biologici di persone con SLA, tra tessuti, campioni di sangue etc.
La Biobanca è stata pensata per poter ricevere e stoccare i campioni biologici dai centri clinici, secondo criteri standard ottimali per la ricerca scientifica, per poterli poi condividere e inviare ai ricercatori che ne fanno richiesta.
La disponibilità di campioni biologici di persone affette da SLA, raccolti secondo standard internazionali e nel rispetto delle norme sulla privacy (i campioni sono catalogati in modo anonimo) è fondamentale per condurre ricerche scientifiche su questa patologia, per conoscere meglio i meccanismi della malattia, individuare nuovi target terapeutici, verificare in vitro gli effetti di nuove molecole, e identificare marker della patologia.