Dichiarazione di Giovanni Maga, Direttore Istituto di Genetica Molecolare “Luigi Luca Cavalli Sforza”, Consiglio Nazionale delle Ricerche Cnr-Igm Pavia
Roma, 1 luglio 2022 – È di poche ore fa la notizia riportata da alcuni ricercatori thailandesi, pubblicata su una rivista scientifica, del primo caso di trasmissione del SARS-CoV-2 da un animale domestico, in questo caso un gatto, a un essere umano, la veterinaria che stava eseguendo un tampone.
I proprietari del gatto erano positivi al Covid, sono stati ricoverati e anche l’animale domestico è stato sottoposto a un tampone; durante questa procedura ha starnutito direttamente sul viso della veterinaria, che successivamente ha contratto il virus.
Dobbiamo preoccuparci? Assolutamente no. Sapevamo già da tempo che il
virus può contagiare animali. È una caratteristica di tutti i coronavirus e SARS-CoV-2 non fa eccezione. Ma di trasmissione diretta da animali, in particolare animali domestici, all’uomo non c’era stata fino ad ora nessuna evidenza, a parte il caso unico e fortunatamente non ripetuto della trasmissione negli allevamenti di visoni.
Ma si tratta sempre del virus che dall’uomo passa all’animale e poi eventualmente potrebbe ritornare, lo stesso virus, all’uomo stesso. Quindi non si tratta né di un mutante né di un nuovo virus.
Nel caso degli animali domestici, ricordiamo che a fronte di centinaia di milioni di persone contagiate e altrettanti animali domestici che convivono, questo è finora l’unico caso documentato. Quindi si tratta certamente di un evento rarissimo e al momento non può farci pensare che gli animali domestici possano essere dei vettori efficienti del virus.
Sappiamo che possono contagiarsi, spesso non hanno sintomi, ma la loro capacità di trasmettere il virus, tranne che in casi eccezionali come questi, è molto bassa. Quindi non allarmiamoci e continuiamo a voler bene ai nostri amici domestici.