Milano, 28 maggio 2022 – È stata avviata in Italia la fase pilota del progetto Eucare (“European cohorts of patients and schools to advance response to epidemics) il più importante studio scientifico internazionale su Covid e scuole, finanziato dall’Unione Europea, coordinato da EuResist Network, che coinvolge 27 partner in 4 continenti fra cui l’Istituto Europeo di Oncologia. L’obiettivo dello studio è raccogliere sul campo le evidenze scientifiche che permettono l’adozione delle migliori pratiche per tutelare tutti i cittadini e segnatamente bambini e ragazzi in fase di pandemia.
La diffusione mondiale dell’infezione da SARS-CoV-2 ha infatti comportato la chiusura temporanea delle scuole nella maggior parte dei Paesi nella primavera del 2020 e parzialmente nel 2021, con un impatto su oltre il 90% degli studenti in tutto il mondo, pari a circa 1,6 miliardi di bambini e giovani.
La fase pilota in Italia durerà fino alla fine dell’anno scolastico per verificare il funzionamento della complessa macchina dello studio e per raccogliere i primi dati. Hanno aderito alla prima parte dello studio una scuola della provincia di Lodi: Istituto Maria Ausiliatrice Delle Salesiane Di Don Bosco; e stanno per partirne due di Lecce: il Liceo scientifico “De Giorgi” e l’Ist. Comprensivo “Ammirato-Falcone” di Lecce. Lo studio vero e proprio partirà poi a settembre con l’inizio dell’anno scolastico, con il coinvolgimento di un maggior numero di scuole in Italia e all’estero.
“Il progetto si propone di valutare l’effettivo percorso del contagio nelle scuole (se avviene dentro le scuole o se arriva a scuola da fuori e in che misura), l’efficacia reale delle diverse misure di contenimento (mascherine, distanziamento, aerazione ecc.) – spiega Sara Gandini, Responsabile dell’Unità “Molecular and Pharmaco-epidemiology” dell’Istituto Europeo di Oncologia e Professoressa di Statistica Medica all’Università di Milano – Inoltre, valuteremo in particolare una misura che sembra essere molto efficace e poco invasiva e potrebbe davvero sostenere la scuola aperta in futuro: lo screening salivare con il Metodo Lolli, e studieremo l’impatto psicologico delle diverse misure e l’eventuale perdita di apprendimento ad esse associata”.
Il “metodo Lolli” è stato disegnato dall’Università̀ di Colonia ed è stato implementato in circa 3700 scuole in Germania e in 400 scuole in Messico. È un metodo che si applica in due fasi, molto preciso, non invasivo e poco costoso per cui può essere implementato su larga scala.
Nella prima fase i tamponi salivari di una intera classe vengono analizzati tutti insieme con un test PCR. Se il risultato è positivo significa che almeno uno dei componenti della classe è positivo quindi si passa alla seconda fase: i tamponi salivari della classe vengono analizzati singolarmente e i positivi vengono individuati. Se il risultato sulla classe è negativo significa che non ci sono positivi nella classe e non è necessario fare i test singoli.
L’efficacia di questo metodo nel prevenire e/o ridurre l’entità di focolai da Covid-19 viene valutata con un trial randomizzato confrontando i contagi nelle classi che saranno assegnate al Lolli-Methode (“gruppo intervento”) con quelli individuati nelle classi che proseguiranno il tracciamento secondo le regole standard (“gruppo controllo”).
“Il fine ultimo dello studio è quello di individuare un metodo efficace e sostenibile che permetta agli studenti di continuare ad andare a scuola senza interrompere la didattica in presenza, godendo al massimo della socialità necessaria e al tempo stesso di ridurre la paura di contagio”, conclude Gandini.
“Solo uno studio scientifico su dati reali e che dia voce agli studenti investigando anche le loro reazioni alle misure di prevenzione può rispondere ai quesiti ancora rimasti aperti – afferma Francesca Incardona, coordinatrice del progetto – Per questo l’adesione delle scuole e degli studenti allo studio è molto importante”.