Giovedì e venerdì al Policlinico, centro di riferimento per la cura di questa neoplasia, corso internazionale sulle novità nelle terapie contro la grave patologia, che in Italia colpisce fino a 2mila persone all’anno, molti di questi in giovane età
Roma, 30 giugno 2015 – Ogni anno in Italia fino a 2mila persone, molte di queste purtroppo in giovane età, vengono colpite dal sarcoma dei tessuti molli. Tale patologia oncologica è fortunatamente rara, rappresentando circa l’1% di tutte le neoplasie dell’adulto. A questa neoplasia è dedicato il Corso internazionale intitolato “L’attualità sul trattamento dei Sarcomi dei tessuti molli degli arti” che giovedì 2 (ore 10.00-18.00) e venerdì 3 luglio (ore 8.30-13.15) si svolgerà presso l’Aula Brasca del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli” presieduto dal prof. Giulio Maccauro, dell’Unità di Ortopedia e traumatologia del Policlinico A. Gemelli, e dal prof. Andrea Piccioli, Centro Tumori di Palazzo Baleani dell’Azienda Policlinico Umberto I di Roma. Presidente onorario il professor Giuliano Cerulli, Direttore dell’Istituto di Clinica Ortopedia dell’Università Cattolica di Roma.
Le stime, aggiornate al 2013, pubblicate dall’AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) stimano negli USA 8700 casi l’anno e in Italia una incidenza 1.500/2.000 casi l’anno, con una lieve prevalenza del sesso femminile. L’incidenza dei sarcomi dei tessuti molli ha due picchi: uno in età pediatrica e un secondo attorno ai 60 anni. “Sotto il nome di sarcomi dei tessuto molli – spiega il prof. Maccauro – viene descritto un gruppo eterogeneo di neoplasie con più di 50 tipi diversi per caratteristiche istologiche, storia clinica e prognosi”.
I sarcomi dei tessuti molli sono forme tumorali che compaiono quando le cellule maligne si formano all’interno di un tessuto dell’organismo quali muscoli, tessuti connettivi, vasi sanguigni o linfatici, nervi, legamenti e tessuto adiposo.
“La metà dei sarcomi – prosegue il prof. Maccauro – si forma a livello degli arti superiori o inferiori, gli altri possono interessare il tronco, la testa, il collo, gli organi interni o il retro-peritoneo, ovvero la parte posteriore della cavità addominale, ricca di tessuto adiposo e connettivo. Solo la biopsia permette di scoprire di quale tipo di sarcoma si tratta e da quale tessuto ha avuto origine”.
“Grazie alle conoscenze diagnostiche sempre più raffinate che hanno permesso di capire queste differenze tra i diversi sarcomi, e al perfezionamento delle strategie di trattamento chirurgico, radioterapico e di oncologia medica, è cambiata, a partire dalla fine degli anni ’80, la sopravvivenza dei pazienti che ne sono affetti”.
La chiave del trattamento di queste patologie è la gestione del paziente in un team multidisciplinare, in cui i vari specialisti, oncologo medico, radiologo, chirurgico ortopedico, radioterapista, anatomopatologo, hanno la possibilità di dialogare sulle strategie chirurgiche migliori e valutare il follow-up dei pazienti in trattamento.
Un centro di riferimento per il trattamento di queste patologie, qual è quello del Policlinico A. Gemelli, deve quindi prevedere esperti del campo sanitario nei diversi aspetti delle differenti patologie: dalla diagnosi precoce, alla terapia multidisciplinare e ai follow up nel tempo, per affrontare al meglio anche un gruppo di patologie neoplastiche così rare.
Decisivo ai fini della prognosi dei sarcomi dei tessuti molli è la diagnosi precoce, che si raggiunge più facilmente se i pazienti nel sospetto di questa rara e grave neoplasia vengono indirizzati in centri specialistici. Infatti La sopravvivenza a 5 anni dalla scoperta del tumore supera il 90% dei casi se la diagnosi è tempestiva, mentre non supera il 15% dei casi nelle forme che hanno già dato metastasi.
Il Corso internazionale, tenuto da esperti italiani e stranieri, è finalizzato ad una sistematica analisi della diagnostica e della terapia multidisciplinare dei sarcomi dei tessuti molli.
“Il meeting – aggiunge Maccauro – è un importante appuntamento per i medici in formazione specialistica nelle varie discipline coinvolte, ma anche per i medici che desiderano avere un inquadramento generale su una patologia rara, ma che è importante riconoscere e saper bene indirizzare per una corretta diagnosi e cura”.
fonte: ufficio stampa