Sanità lombarda, 3 milioni i pazienti cronici da gestire

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La maggiore aspettativa di vita e l’aumento degli anziani polipatologici fanno sì che la cronicità abbia oggi un elevato impatto socio-economico sui sistemi sanitari. L’ultima Delibera regionale delinea un modello innovativo di presa in carico, che valorizza la figura del medico curante. La Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) risponde all’appello, mettendosi a disposizione dei cittadini con le proprie forme associative: 6 coop attive in Lombardia con 1.200 MMG, di cui 300 solo nel milanese

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Milano, 28 giugno 2017 – Sono 3,2 milioni i cittadini lombardi con una o più malattie croniche, di cui 1 milione solo nella Città metropolitana di Milano. Tra gli obiettivi previsti dalla riforma sanitaria regionale vi è proprio una gestione più efficiente e appropriata di questi pazienti, attraverso un nuovo modello di cura, unico in Italia: i medici di famiglia FIMMG, associati in cooperative, sono pronti alla sfida, ponendosi al servizio del cittadino per organizzargli e facilitargli il percorso assistenziale.

Se ne è parlato oggi a Milano, in una conferenza promossa da FIMMG Lombardia, alla presenza dell’Assessore regionale al Welfare, del Tribunale per i Diritti del malato e delle 3 più grandi cooperative di Medici di Medicina Generale attive nell’area milanese: CMMC (Cooperativa Medici Milano Centro), GST (Gestione Servizi Territoriali) e IML (Iniziativa Medica Lombarda).

Tra i pazienti seguiti dal medico di famiglia, 1 su 3 presenta almeno una patologia cronica, che richiede un continuo monitoraggio. E alla figura del Medico di Medicina Generale (MMG) la recente Delibera della Regione riconosce un ruolo centrale, nel nuovo sistema di cure finalizzato alla presa in carico dei soggetti con cronicità.

Nei prossimi mesi, l’Assessorato al Welfare invierà a questi cittadini una lettera, invitandoli a scegliere il proprio gestore: colui che, dal 2018, avrà il compito di redigere il Piano Assistenziale Individuale (PAI), sottoscrivere il “Patto di cura” con il paziente, organizzare e prenotare gli appuntamenti per visite ed esami, erogare – direttamente o tramite strutture accreditate – le prestazioni sanitarie previste dal PAI, monitorando l’aderenza dell’assistito al piano di cura.

La funzione di gestore potrà essere ricoperta da un medico di famiglia organizzato in forme associative, quali le cooperative, oppure da una struttura sanitaria e sociosanitaria accreditata e a contratto con il Servizio Sanitario Regionale, qualora il medico curante non si candidasse. Compito delle cooperative sarà occuparsi di tutti gli aspetti di carattere amministrativo e gestionale, consentendo così al MMG di dedicare più tempo all’ascolto e al rapporto diretto con il paziente.

“I Medici di Medicina Generale – ha esordito l’Assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera – sono una risorsa fondamentale e strategica per la riforma del sistema sociosanitario e sarà anche grazie al loro fattivo coinvolgimento che riusciremo concretamente a passare ‘dalla cura al prendersi cura’. Saranno loro a scegliere come aderire al nuovo sistema tra le diverse modalità proposte, anche se riteniamo che quella che risulta essere più efficace e strategica ai fini della presa in carico dei pazienti cronici sia l’organizzazione in forme associative. In qualità di gestore, saranno titolari della presa in carico dei pazienti cronici e garantiranno il coordinamento e l’integrazione tra i differenti livelli di cura ed i vari attori. A loro destiniamo ingenti risorse e diamo assoluta priorità nel caso in cui si candidino alla presa in carico”.

Quali saranno, in concreto, i vantaggi per il cittadino che sceglierà il proprio curante come gestore?
Innanzitutto, vedrà garantita la continuità del legame e l’alleanza terapeutica con il medico di fiducia che lo segue da anni e, quindi, ne conosce bene il quadro clinico generale e la storia.

Una volta predisposto il PAI, inoltre, l’assistito non dovrà più preoccuparsi di prenotare personalmente visite ed esami, poiché sarà il Centro Servizi della coop a farsene carico. Non solo: il paziente si sentirà più partecipe nel processo di cura e potrà far sentire la propria voce, perché la coop verificherà costantemente l’esecuzione dei controlli diagnostici programmati e il livello di soddisfazione per l’assistenza ricevuta, raccogliendo eventuali suggerimenti.

“La Medicina Generale, da sempre al servizio del cittadino – ha spiegato Fiorenzo Corti, Vice Segretario Nazionale FIMMG – è scesa in campo per sostenere il diritto alla tutela della salute e facilitare i percorsi assistenziali. È un cambio di paradigma, quello che si profila: non più una frammentazione dei servizi che crea disagio al paziente, inappropriatezza e spreco di risorse, ma una continuità delle cure all’insegna di una maggiore integrazione tra le diverse figure sanitarie, con il medico di famiglia a coordinare il processo, in virtù del rapporto di fiducia che ha costruito negli anni con il proprio assistito. Siamo convinti che la presa in carico della cronicità sia un’occasione importante per il Medico di Medicina Generale che non intenda rinunciare al suo ruolo di coordinamento e guida per la salute del cittadino. Per questo motivo, ci auguriamo che sempre più colleghi decidano di candidarsi come gestori, organizzandosi in forme associative”.

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