L’Ospedale della Santa Sede ottiene l’accreditamento della più importante Società Scientifica americana (AHA) nella prevenzione e nel controllo delle malattie cardiovascolari
Nuovo riconoscimento internazionale per il Bambino Gesù, che ha ottenuto l’accreditamento dell’American Heart Association (AHA), la principale e più antica Società Scientifica americana che opera nella prevenzione e nel controllo delle malattie cardiovascolari. L’Ospedale Pediatrico della Santa Sede diventa così Centro di Formazione Internazionale dell’istituzione statunitense che ancora svolge un ruolo chiave, a livello mondiale, nella riduzione delle morti causate per arresto cardiaco e nella formazione per la rianimazione cardiopolmonare di base e avanzata, a beneficio sia dei bambini che degli adulti.
Nel mondo gli International Training Center dell’AHA sono 22, tra cui soprattutto Società Scientifiche. Il Bambino Gesù è il primo Ospedale Pediatrico in Italia ad entrare nella rete di Formazione della società americana. Nei giorni scorsi, presso la sede del Gianicolo si è svolta la cerimonia di consegna dell’attestato da parte del presidente AHA, Elliott Antman (Professore di Medicina presso la Harvard Medical School) e del direttore territoriale AHA per Europa e Africa, Glenn Van Houten.
Grazie a questo accreditamento, l’offerta formativa dell’Ospedale Bambino Gesù – già molto intensa nell’ambito della rianimazione pediatrica – si arricchirà nei prossimi due anni dei nuovi corsi BLS (Basic Life Support) con certificazione AHA, dedicati a chi assiste i pazienti pediatrici, i loro accompagnatori e i pazienti maggiorenni (in particolare malati cronici) che frequentano l’Ospedale.
“La diffusione dei corsi BLS – afferma Corrado Cecchetti, responsabile dell’Area Rossa dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – è la base per formare gli operatori sanitari e i laici alla gestione dell’arresto cardiaco. Infatti, il fattore tempo e la qualità della rianimazione cardiopolmonare sono gli elementi su cui maggiormente si deve intervenire per aumentare la sopravvivenza e migliorare la prognosi. In un paziente in arresto cardiaco, senza formazione di tipo BLS la probabilità di sopravvivenza diminuisce del 6-10 % per ogni minuto che passa, arrivando a percentuali prossime allo zero dopo 10 minuti. Tramite le procedure BLS, invece, la sopravvivenza aumenta grazie ad un calo più contenuto: 3-4% al minuto, con possibilità di attendere più a lungo l’arrivo dei soccorsi”.
fonte: ufficio stampa