Sanità digitale non significa solo robotica, chirurgia di precisione, medicina personalizzata, intelligenza artificiale, ma anche (una rivoluzione della logistica) degli interventi quotidiani con ripercussioni sulla diagnosi sulla prognosi e sulla terapia. Profondamente coinvolti anche i Medici di famiglia: dal 2024 i software clinici dovranno essere certificati secondo le normative europee per non incorrere in sanzioni. Al Ministero della Salute prosegue il ciclo di incontri istituzionali “La Sanità che vorrei” promosso dalla società scientifica SIMIT, con SIGOT, SIMG, SIT. Sotto i riflettori la “Digital Health: nuovi scenari per la Medicina Generale e Specialistica”. I vantaggi per il paziente e le nuove tecnologie, con screening predittivi che sono già realtà
Roma, 16 dicembre 2022 – La pandemia ha provocato un’accelerazione nell’applicazione della tecnologia in ambito sanitario. Tuttavia, non sempre questo aggiornamento è avvenuto in maniera uniforme e coordinata. Il salto nel futuro è un processo complesso, fatto di algoritmi, intelligenza artificiale e moderne piattaforme software sottoposte a certificazione di idoneità. I risultati di cui potranno beneficiare sia i clinici che i cittadini saranno un rafforzamento della medicina del territorio che inizierà dall’abitazione del paziente mediante sistemi di monitoraggio, prevenzione, supporto fisico.
Affinché questi strumenti diventino realtà e i fondi del PNRR siano correttamente investiti, è però indispensabile una sinergia tra i diversi stakeholder coinvolti in questo processo. Istituzioni nazionali e locali, società scientifiche, medicina generale e specialistica, aziende dovranno collaborare per mettere insieme una cornice normativa, know-how di ultima generazione, conoscenze scientifiche, radicamento sul territorio, ossia tutti gli ingredienti necessari per avviare un processo virtuoso.
Gli sforzi si dovranno concentrare su alcuni ambiti: attività sanitarie a distanza; i nuovi sistemi digitali per telemedicina, terapie digitali, teleriabilitazione, medicina personalizzata; nuovi metodi di analisi della complessità dei sistemi biologici; nuovi sistemi digitali per condurre le sperimentazioni cliniche.
La realtà della telemedicina
La Digital Health si compone di vari elementi, spesso interpretati con la telemedicina, che ne rappresenta però solo una sfaccettatura, forse l’aspetto più evidente di un meccanismo ampio e complesso che vi è dietro. “La tecnologia in medicina significa sia robotica, chirurgia di precisione e strumenti complessi, che interventi quotidiani sulla logistica e sulla diagnostica – spiega il prof. Gaddi – Per questo dobbiamo coinvolgere figure professionali di diversa estrazione e con lunga esperienza, al fine di coniugare letteratura scientifica ed esperienza pratica, oltre a svolgere una funzione di collante tra realtà pubbliche e private”.
“In quest’ottica la SIT è già molto attiva: poche settimane fa abbiamo promosso un accordo quadro insieme al Consorzio Interuniversitario CINECA, l’Istituto Nazionale Fisica Nucleare, l’Istituto Superiore di Sanità per far convergere diverse forze sui temi della salute – prosegue Gaddi – Inoltre, a marzo 2023, in occasione della International Bologna Consensus Assembly on Telemedicine sarà annunciato un documento unitivo tra medici, imprese e istituzioni per capitalizzare questo impegno”.
Il modello contro i batteri multiresistenti del Policlinico di Tor Vergata
Un esempio ben riuscito e replicabile di tecnologia applicata alla sanità è quello realizzato presso il Policlinico di Tor Vergata, dove è stato adottato un software per combattere i batteri multiresistenti agli antibiotici e le infezioni correlate all’assistenza, fenomeni in grande crescita e tra le principali preoccupazioni per i prossimi decenni.
“Presso il Policlinico di Tor Vergata – ha spiegato il prof. Massimo Andreoni – è stata messa a punto una piattaforma in cui vengono inseriti tutti i fattori utili per diminuire la resistenza dei germi e per capire quale fattore abbia provocato l’aumento della resistenza. È un progetto molto ambizioso, ormai la piattaforma è funzionante e potrà dare elementi importanti per capire questo fenomeno e dare strumenti su come combatterlo, offrendo anche ad altre strutture un modello riadattabile”.
Nella tavola rotonda “Le Società Scientifiche tra tecnologia presente e futura. Le sfide della Digital Medicine” protagoniste le società scientifiche con la partecipazione del prof. Massimo Andreoni, Direttore Scientifico SIMIT; dott. Ovidio Brignoli, Vicepresidente SIMG; prof. Antonio Vittorino Gaddi, Presidente SIT; prof. Maria Grazia Modena, Vice Presidente Nazionale SIT; prof. Alberto Pilotto, Presidente SIGOT. Ma quali sono i benefici per il cittadino e per il paziente? Il punto di vista dei cittadini è stato riassunto da Annalisa Mandorino, Segretaria Generale Cittadinanzattiva.
Nel talk show “La Telemedicina alla prova degli specialisti. Confronto tra le società scientifiche e i media” Alberto Cella, Consigliere SIGOT; prof. Marco Mazzanti, Programma Strategico di Intelligenza Artificiale, INRCA-IRCCS, Ancona; prof. Andrea Spampinato, Presidente ANCE; Francesco Vetta, Consigliere CD SICGe, hanno animato il confronto con il giornalista Alessandro Malpelo. A moderare la giornata il giornalista scientifico Daniel Della Seta.