Firenze, 7 settembre 2016 – Inizierà a dicembre, nell’Azienda ospedaliero-universitaria Careggi, presso il Dipartimento di Scienze della Salute, il primo Master di II livello dell’Università di Firenze in Salute e Medicina di Genere (Master attivato per la prima volta in Italia presso l’Università degli Studi della Basilicata, ndr). Il percorso formativo è aperto ai principali profili di lauree magistrali: Medicina e Chirurgia, Farmacia, Odontoiatria, Biologia, Psicologia, Biotecnologie, Scienze Infermieristiche ed Ostetriche, Fisioterapia, Dietistica.
Il percorso di studi fa parte dell’offerta didattica 2016-2017 approvata dagli organi di governo dell’Ateneo fiorentino. La figura professionale formata avrà competenze trasversali e acquisirà le necessarie conoscenze al fine di limitare le diseguaglianze di genere sia per la diagnosi che per la terapia, con una specifica preparazione anche sull’attività o le reazioni avverse ai farmaci genere-dipendenti. Le iscrizioni scadono il 30 novembre, per informazioni: http://www.unifi.it/cmpro-v-p-10777.html#salute
Ha inizio con questo Master la promozione di un cambiamento organizzativo del Sistema Sanitario che consentirà l’applicazione di percorsi preventivi e diagnostico-terapeutici finalizzati al riconoscimento, alla valutazione e ad un trattamento differenziato per genere delle varie patologie. Il Master prevede un’offerta didattica multidisciplinare per fornire le conoscenze, sia di base che specialistiche, per una corretta comprensione del vasto panorama della Salute e Medicina di Genere. Si parte dall’epidemiologia che vede una prevalenza nettamente diversa di numerose patologie nei due generi, a fronte di una medicina tradizionale che le ha studiate quasi esclusivamente in ambito maschile.
Le incidenze e prevalenze delle stesse patologie nell’uomo e nella donna si esprimono con quadri clinici spesso diversi che necessitano di diagnostica informata e attenta alla precoce individuazione di tali differenze. Così come i quadri fisio-patologici delle malattie, anche le conoscenze e le sperimentazioni relative ai farmaci discriminano in senso negativo le donne, privilegiando negli studi preclinici e clinici il genere maschile.
La donna presenta invece peculiarità farmacocinetiche e farmacodinamiche ad oggi poco note e studiate che si traducono in differenti effetti sia terapeutici che tossici, conoscenze che dovrebbero essere comprese nel curriculum formativo delle varie professioni sanitarie.
fonte: ufficio stampa