La presenza di “quote rosa” nel campo della ricerca in Italia è ancora limitata, ad eccezione del comparto farmaceutico, dove le donne rappresentano il 53%. Onda, Civil Society Participant dell’Esposizione Universale, ha riunito alcune delle principali eccellenze femminili ad elevato Impact factor del nostro Paese, contraddistintesi per il loro significativo impegno in termini di ricerca e produzione scientifica nel campo della biomedicina e della salute
Milano, 30 ottobre 2015 – Si è svolto stamattina presso il Conference Centre di EXPO il Convegno “L’eccellenza nella ricerca sulla salute della donna”, organizzato dall’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda) – Civil Society Participant di EXPO 2015 – da quasi dieci anni in prima linea sul fronte della promozione della cultura di una medicina di genere, con il contributo di Farmindustria.
Dalla ricerca in ambito oncologico e cardiologico al rapporto tra dieta mediterranea e salute, dalla microbiologia alle differenze di genere nel tabagismo e le malattie ad esso associate, dalla nefrologia al ruolo dell’immunoterapia nella lotta contro il cancro: questi i temi affrontati nel corso dell’incontro, in cui si sono date appuntamento alcune tra le migliori ricercatrici italiane impegnate nell’ambito della salute e della biomedicina, che vantano un’ampia produzione scientifica, definita da un alto impact factor[1] e, in particolare, da un elevato H-index[2].
Secondo dati recenti dell’Istituto di Ricerca sulla Popolazione e le Politiche Sociali (IRPPS) del CNR[3], in Italia la presenza femminile nella ricerca, in particolare in posizioni di rilievo e nelle sedi decisionali, è ancora limitata. Se, all’inizio della professione, si registra una sostanziale parità tra i due sessi, avanzando nella carriera, l’ago della bilancia si sposta nettamente a vantaggio dei ricercatori maschi che salgono al 76% del totale, mentre le ricercatrici restano solo al 24%. Se poi si considerano i dati relativi alle posizioni apicali, sono meno del 17% le donne che rivestono il ruolo di direttori di Istituti di ricerca e di Dipartimento.
Per fare il punto della ricerca in Italia svolta dalle donne a più elevato impact factor e per rendere omaggio all’importante contributo che le eccellenze femminili italiane hanno portato all’avanzamento delle conoscenze scientifiche, Onda ha voluto promuovere un evento a loro dedicato.
“La nostra presenza in EXPO, in qualità di Civil Society Participant – afferma Francesca Merzagora, Presidente di Onda – si è declinata in molteplici attività tra cui l’evento di oggi, in cui sono intervenute le più importanti ricercatrici italiane con elevato impact factor in termini di attività di ricerca e produzione scientifica. Abbiamo dunque voluto dedicare uno spazio speciale in EXPO a queste donne di scienza che, con grande dedizione e determinazione, hanno sfidato il difficile mondo della ricerca, dando un contributo rilevante all’avanzamento delle conoscenze in tanti e diversi ambiti. Le tematiche trattate nel Convegno spaziano dall’oncologia alla cardiologia, dalla nutrizione alla microbiologia, dalle differenze di genere nelle problematiche associate al tabagismo alla nefrologia. Rivolgo un ringraziamento speciale alla prof.ssa Adriana Albini, Presidente del Comitato scientifico di Onda, che ci ha aiutato nella selezione delle relatrici, a tutte le ricercatrici che sono intervenute, donne di altissimo profilo e valore scientifico, e a Farmindustria, da sempre al nostro fianco nella promozione della medicina di genere”.
“Per il convegno di stamattina ho proposto di coinvolgere delle ricercatrici e scienziate contraddistinte da un’alta produttività scientifica, definita da un parametro di grande interesse internazionale, ovvero l’impact factor e, in particolare, una sua interpolazione statistica chiamata ‘indice di Hirsch’ o ‘H-index’ – dichiara Adriana Albini, Presidente Comitato Scientifico Onda – Sono donne di impatto, dunque, non solo nel senso che il loro lavoro impatta sulla società e sui progressi della conoscenza, ma, anche perché, attraverso la loro produzione scientifica letta e citata, si sono conquistate una posizione alta in questa specie di hit parade nella scienza. Estrapolandole da questa classifica, abbiamo invitato, come nostre relatrici, alcune tra le scienziate italiane con maggior ‘H-index’, attive anche in comunicazione e realizzazione di alta progettualità nel campo della medicina”.
“Nell’industria farmaceutica la ricerca è rosa – dichiara Massimo Scaccabarozzi, Presidente di Farmindustria – In Italia, le donne sono infatti il 53%[4] del totale dei ricercatori. Una presenza femminile che, nel complesso, all’interno delle imprese del farmaco è del 44%[5], dato più elevato rispetto alla media manifatturiera (25%). Le pari opportunità nelle nostre aziende non sono quindi uno slogan ma una realtà consolidata. Che si rafforza anche grazie a misure che favoriscono il bilanciamento tra carriera, famiglia e vita privata come ad esempio asili nido, mense con take away per la cena o servizi di lavanderia e calzoleria, un uso maggiore della media di congedi parentali e, non ultime, iniziative di smart working. Senza dimenticare la particolare attenzione dedicata alla medicina di genere: oggi nel mondo, i medicinali mirati al femminile in sviluppo clinico sono 850 per patologie ostetrico-ginecologiche, muscolo-scheletriche, autoimmuni e neuro-psichiatriche”.
[1] Indice sintetico che misura il numero medio di citazioni ricevute in un particolare anno da articoli pubblicati in una rivista scientifica nei due anni precedenti.
[2] Indice per quantificare la prolificità e l’impatto del lavoro degli scienziati, basandosi sia sul numero delle loro pubblicazioni che sul numero di citazioni ricevute.
[3] Consiglio Nazionale delle Ricerche.
[4] Elaborazione Farmindustria.
[5] Indagine Sistema Confindustria.
fonte: ufficio stampa