Roma, 13 gennaio 2018 – Dopo lo sciopero del 12 dicembre i nodi arrivano al pettine. L’ultima Legge di Bilancio, varata contestualmente alla nostra protesta, ha implementato in misura insoddisfacente le risorse utilizzabili per il rinnovo del contratto triennale 2016-2018. Lo stato di agitazione, quindi, continua ed al momento non ci sono le condizioni per ritirarci dal preannuncio di due giorni di sciopero a febbraio.
L’AAROI-EMAC, in linea con le altre OO.SS. nazionali, chiede alla parte datoriale (ARAN e Regioni) un primo incontro sulla certificazione della reale entità delle risorse economiche attualmente disponibili per il rinnovo contrattuale, vero perno della vertenza in atto.
Se l’obiettivo di procedere al rinnovo contrattuale è davvero concreto e non una chimera, chiediamo chiarezza sulle due grandi questioni relative al contratto: quella economica, che deve certamente essere decorosa, e quella normativa, altrettanto importante, la cui riscrittura dovrà risolvere gli innumerevoli problemi che la demolizione sistematica di interi capitoli del contratto vigente, operata negli ultimi anni a colpi di decreti-legge, ha creato nelle trattative periferiche, regionali e aziendali.
A tal fine, l’AAROI-EMAC invita il Governo uscente a far rendere noti al più presto i dettami di un atto di indirizzo che – per quanto ci è dato sapere – rischia di essere inaccettabile, e chiede con forza la convocazione in ARAN non appena l’Agenzia sarà nella possibilità di intraprendere questo difficile percorso.
Perciò, di fronte alle responsabilità che il Governo nazionale e le Amministrazioni regionali, ciascuno per la sua parte, hanno in relazione ad un blocco contrattuale dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale nell’ormai lontano 2015, la nostra mobilitazione non si ferma, senza escludere la messa in mora di Stato e Regioni per non aver rispettato la Sentenza. Continueremo a mettere in atto, in tutti gli Ospedali, le più capillari azioni di contrasto ad orari di lavoro che, sotto varie forme, i medici subiscono da Amministrazioni le quali pretendono di trattarli come servi della gleba invece che come professionisti.
Inizia una stagione difficile, al sostegno della quale saranno al momento opportuno chiamati tutti i nostri Colleghi: il rinnovo contrattuale è il principale obiettivo del 2018, così come – è bene che i nostri interlocutori politici se lo ricordino – il prossimo 4 marzo saranno anch’essi, come cittadini, chiamati a scegliere con il loro voto il prossimo Governo.