Rinnovo CCNL medici e dirigenti sanitari, Anaao: “Ora chiudere presto e bene”

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Roma, 31 maggio 2019 – L’Anaao Assomed considera positivamente l’approvazione da parte del Comitato di Settore di un’integrazione all’atto di indirizzo per il rinnovo del CCNL 2016-2018, per tener conto della necessità di adeguare gli incrementi contrattuali della dirigenza medica e sanitaria.

“Siamo di fronte, però – commenta il Segretario Nazionale Carlo Palermo – solo al segnale di avvio di una trattativa contrattuale che è ancora completamente da scrivere e che non potrà essere declinata al ribasso, né delle prerogative sindacali, tantomeno della dignità professionale di medici, veterinari e dirigenti sanitari, che hanno dimostrato senso di responsabilità e volontà di chiudere, presto e bene, un contratto già scaduto”.

“La posta in gioco è alta: il miglioramento delle condizioni di lavoro, la riduzione del disagio, la valorizzazione della professionalità della dirigenza del SSN attraverso lo strumento contrattuale, un ruolo non marginale nella vita delle aziende sanitarie.

La crisi della sanità pubblica – sottolinea Palermo – non è separabile dalla crisi del lavoro dei medici, dei veterinari e dei dirigenti sanitari al suo interno, oggi in sofferenza sia da un punto di vista quantitativo, leggi la carenza di personale specialistico, sia da un punto di vista normativo con l’ingresso a pieno titolo dei pensionati al posto dei giovani, spinti a cercare all’estero opportunità professionali, la ricerca ossessiva di low cost, la babele di stati giuridici fra affitti di medici ed esternalizzazioni di servizi sanitari.

Il rinnovo del contratto di lavoro – conclude il Segretario dell’Associazione – rappresenta un passaggio fondamentale per trovare soluzioni positive alla crisi in atto.

L’Anaao Assomed continuerà ad impegnarsi, insieme con le altre organizzazioni sindacali, per un Contratto di lavoro all’altezza delle aspettative e delle esigenze della dirigenza medica e sanitaria, rinviando al mittente ogni tentativo di introdurre norme ostili a categorie professionali che ancora rappresentano l’architrave della sanità pubblica.

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