Roma, 1 settembre 2020 – I numeri non possono mentire e mai come in questo la casa la verità che emerge è impietosa. Un recente report del Ministero della Salute sul personale del Servizio Sanitario Nazionale ha messo in luce come, dal 2012 al 2017, il ricorso al lavoro precario sia cresciuto quasi del 40%. Nel 2012 i lavoratori con contratto flessibile erano infatti 31.199 per crescere fino al 2017 quando sono stati 43.142.
“Sono dati inquietanti – dice con preoccupazione il Segretario Nazionale della UGL Sanità Gianluca Giuliano – che confermano come nel tempo ci sia riempiti la bocca per chiedere stabilizzazioni e diritti e invece il ricorso al precariato si è rivelato in costante crescita. Nelle ultime settimane si è parlato tanto di rilancio del SSN per dare la spallata definitiva al Covid-19 e ripartire per fornire ai cittadini servizi di alta qualità abbattendo le attese e combattendo i disservizi. Però lo si potrà fare solo mettendo i lavoratori al centro del progetto”.
“Chiediamo lo sblocco totale del turn-over e che si proceda, per potenziare gli organici, sulla strada di assunzioni a tempo indeterminato utilizzando le graduatorie figlie dei concorsi effettuati. Serve contrastare con forza qualunque tipo di ricorso alle esternalizzazioni selvagge perché solo dando agli operatori della sanità la giuste garanzie anche con l’allineamento degli stipendi alle medie europee, si potrà procedere a un definitivo cambio di rotta”, conclude Giuliano.