Dott. Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up: “Chiediamo rigorosi approfondimenti da parte del nostro Ministero della Salute per comprendere la reale entità di questi studi e tutelare così la salute di cittadini e operatori sanitari, questi ultimi sempre in prima linea, ieri come oggi”
Roma, 25 novembre 2022 – “Arrivano in queste ore, dagli esperti dell’Università elvetica di Basilea, nuovi preoccupanti campanelli di allarme circa i rischi che una nuova vaccinazione, su soggetti già sottoposti a terza o addirittura quarta dose, potrebbe scatenare. Lo studio, naturalmente da prendere con le molle, quindi con tutti i benefici del dubbio possibili, pare essere, però, corroborato da preoccupanti risultati che confermerebbero il rischio di patologie cardiache per una percentuale di coloro che, sottoposti già a precedenti somministrazioni, si sottoporrebbero ad una nuova dose di prodotto anti-Covid 19”. Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
“Un gruppo di ricercatori interdisciplinari dell’Università e dell’ospedale universitario di Basilea ha voluto eseguire alcuni test. Lo ha fatto al fine di verificare se dopo i primi richiami vaccinali le persone accusassero, a lungo termine, veri e propri danni al cuore. In passato si era già discusso del rischio che la vaccinazione contro il Covid – così come la malattia stessa – possano causare infiammazioni come miocarditi anche nei giovani. Oggi, secondo il team di scienziati di Basilea, c’è la possibilità di un “danno temporaneo al muscolo cardiaco, dopo la prima vaccinazione di richiamo contro il Covid-19: ed è, di fatto più frequente di quanto si pensasse in precedenza”.
“Il team di ricercatori, guidato dal cardiologo Cristian Muller, ha usato un tipo di marcatori molto sensibile per cercare la “troponina cardiaca”, ovvero la prova di un danno cardiaco se in valori troppo alti nel sangue. Sono stati analizzati 777 soggetti, di cui 540 donne, dopo tre giorni che avevano ricevuto la vaccinazione di richiamo. Su 22 di questi soggetti “il gruppo di ricercatori ha constatato danni temporanei e lievi al muscolo cardiaco. Ciò corrisponde al 2,8% delle persone testate. Sulla base di precedenti osservazioni passive, i ricercatori si aspettavano una percentuale dello 0,0035%, ovvero 35 su 100.000 persone vaccinate”.
“Alla luce di questi risultati – dice Antonio De Palma – chiediamo assolutamente chiarezza, vogliamo sapere una volta per tutte, da parte delle istituzioni, se ci sono e quali sono realmente i rischi legati ad una nuova vaccinazione”.
“Siamo di fronte a uno studio di cui non si può non tenere conto. Si ricordi bene – continua De Palma – che siamo quelli che hanno sempre sostenuto l’indispensabilità dello strumento vaccinale , siamo anche quelli che però, nel contempo, hanno sempre messo in evidenza che nessuna legge coercitiva sarebbe stata necessaria per gli operatori sanitari italiani, alla luce di quella evidenza a noi chiara sin dall’inizio, poi confermata dai numeri ufficiali , secondo la quale la quasi totalità degli interessati ha aderito alla vaccinazione , per la tutela della salute dei soggetti fragili e anche dei colleghi stessi impegnati sul campo”.
“Certo è che, di fronte a fatti come quelli dei quali parliamo occorre scavare a fondo, oggi più che mai, dando il giusto peso a quelle tesi e studi autorevoli, che abbisognano di indispensabili percorsi di approfondimento e riflessione”, conclude De Palma.