Milano, 8 luglio 2022 – I docenti del dipartimento di Oncologia ed Emato-Oncologia dell’Università Statale di Milano, Sara Sigismund (Biologia applicata) e Giuseppe Testa (Biologia molecolare), sono tra i 67 nuovi membri e membri associati, provenienti da 22 Paesi, di EMBO, European Molecular Biology Organization, organizzazione che riunisce scienziati e ricercatori attivi nel campo delle scienze biologiche. Si tratta di un riconoscimento in seguito ai loro contributi scientifici di eccellenza nel campo delle Life Sciences, come riporta la lettera ufficiale di nomina.
Sara Sigismund e Giuseppe Testa entrano così a far parte della comunità di 1.900 scienziati membri di EMBO impegnati nel fornire guida e supporto per le attività dell’organizzazione e le pubblicazioni scientifiche, nell’indicare le direzioni di ricerca nel campo delle life sciences, nel promuovere le carriere di giovani ricercatori e rafforzare la comunità internazionale dei ricercatori.
“I nuovi membri e membri associati di EMBO sono scienziati d’eccellenza che svolgono ricerche di spicco in una varietà di campi, che vanno dalla biologia cellulare al cancro, allo sviluppo di vaccini e all’apprendimento automatico – ha commentato Fiona Watt, direttrice dell’EMBO – Sono lieta di accoglierli in EMBO e so che arricchiranno immensamente la vita dell’organizzazione”.
La cerimonia formale di ingresso dei nuovi membri è prevista all’assemblea annuale di EMBO in programma ad Heidelberg dal 26 al 28 ottobre prossimi.
Sara Sigismund insegna Biologia Applicata ed Experimental design all’Università Statale di Milano, e Biochimica ai dottorandi presso la Scuola Europea di Medicina Molecolare di Milano. Guida, inoltre, il team di Ricerca sull’Endocitosi presso il dipartimento di Oncologia Sperimentale dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO). L’obiettivo delle sue ricerche è quello di comprendere il ruolo dell’endocitosi e del traffico intracellulare nella regolazione della segnalazione dei recettori dei fattori di crescita in fisiologia e nel cancro.
Il suo lavoro ha portato alla scoperta di un nuovo meccanismo di endocitosi del recettore del fattore di crescita epidermico (EGFR), che coinvolge la comunicazione tra diversi organelli cellulari (Caldieri et al., Science 2017). Questo meccanismo protegge le cellule dall’eccesso di stimolo proliferativo e potrebbe rappresentare un nuovo meccanismo di oncosoppressione, le cui alterazioni potrebbero contribuire alla proliferazione aberrante dei tumori umani.
Il suo lavoro ha ricevuto diversi finanziamenti da parte di enti nazionali ed internazionali, quali il Consiglio Europeo della Ricerca (ERC Consolidator Grant 2020), il Worldwide Cancer Research (2015 e 2020), l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC Investigator Grant 2020) e il Ministero Italiano dell’Istruzione, Università e Ricerca (PRIN 2017).
Giuseppe Testa insegna Biologia molecolare all’Università degli Studi di Milano ed è direttore del Centro di Neurogenomica dello Human Technopole e Group Leader all’Istituto Europeo di Oncologia, dove dirige il Laboratorio di Epigenetica delle Cellule Staminali e degli Organoidi. Tre volte vincitore di ERC (European Research Council), la sua ricerca affronta la modellistica ad alta definizione delle malattie umane, nell’ambito sia delle malattie neuropsichiatriche (disabilità intellettiva e autismo) che delle patologie tumorali, con la creazione di “avatar” di malattia paziente-specifici che consentono di studiare, al di fuori del corpo dei pazienti, i circuiti molecolari che le sottendono.
In particolare, il laboratorio è all’avanguardia nella riprogrammazione cellulare e nella derivazione di organoidi che riproducono in vitro aspetti salienti dell’architettura e della funzione dei tessuti in vivo, consentendo dunque di definire sperimentalmente i meccanismi patogenetici e di identificare nuove modalità terapeutiche per processi patologici rimasti finora inaccessibili.
È vincitore di numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali il Roche Prize come “miglior scienziato emergente del prossimo decennio” nel 2003, e la prima edizione del Premio Anzalone, conferito nel 2019 per gli studi pionieristici sull’utilizzo delle cellule staminali nello studio delle malattie genetiche.