ITCC-P4 si prefigge di sviluppare 400 modelli preclinici derivati da tumori infantili nei prossimi cinque anni. Per raggiungere quest’obiettivo, che non ha eguali nel mondo, IMI-2 ha assiemato un team di esperti in dieci nazioni europee con competenze multidisciplinari
Roma, 28 giugno 2017 – Alleanza Contro il Cancro, la più grande rete di ricerca oncologica italiana, parteciperà a ITCC-P4 (Innovative Therapies for Children with Cancer Paediatric Preclinical Proof of concept Platform), progetto europeo creato per accelerare la ricerca oncologica pediatrica.
L’iniziativa, che ha vinto un finanziamento di 16 milioni di euro, sta all’interno del programma di lavoro di IMI-2, l’agenzia europea che con un budget di 3,3 miliardi di euro cerca di colmare il gap di interazione tra ricerca di base accademica e sviluppo di nuovi farmaci che dipendono in larga misura dall’industria farmaceutica.
ITCC-P4 si prefigge di sviluppare 400 modelli preclinici derivati da tumori infantili nei prossimi cinque anni. Per raggiungere quest’obiettivo, che non ha eguali nel mondo, IMI-2 ha assiemato un team di esperti in dieci nazioni europee con competenze multidisciplinari.
I tumori sono la prima causa di morte da malattia nei bambini e negli adolescenti: ogni anno circa 6.000 giovani muoiono in Europa nonostante i grandi progressi degli ultimi cinquant’anni. In medicina pediatrica c’è grande esigenza di comprimere i tempi di sviluppo dei farmaci specifici per i tumori pediatrici e anche di comprendere come utilizzare i diversi farmaci in sviluppo per gli adulti.
L’informazione di alto livello biologico nella fase preclinica è fondamentale per avere un razionale scientifico alla base di farmaci efficaci nel trattamento di tumori pediatrici. Il progetto è co-guidato da parte accademica dal DKPZ.
Responsabile del team di ricerca italiana è Katia Scotlandi dello IOR di Bologna che, insieme al Bambino Gesù di Roma e all’Istituto Nazionale Tumori di Milano saranno coinvolti a diverso titolo per i tanti obiettivi del progetto, “principalmente per i sarcomi – precisa Scotlandi – con l’obiettivo di riprodurre in laboratorio i tumori prelevati con una biopsia dal paziente facendo attenzione a mantenere l’eterogeneità molecolare del tumore in modo da creare una copia identica su cui testare i farmaci più promettenti”.