È quanto emerso nel convegno annuale della Federazione che riunisce 17 gruppi cooperativi. La FICOG: “Bisogna accelerare e prevedere un’unica progettualità”. Il Presidente Carmine Pinto: “Vanno superate le attuali criticità, che limitano le sperimentazioni, e intervenire sui Centri, Comitati Etici, Reti Regionali, formazione e il riconoscimento di nuove figure professionali”
Roma, 5 maggio 2022 – L’Italia è ancora lontano dalla piena attuazione del Regolamento Europeo del 2014 sulle sperimentazioni cliniche di medicinali per uso umano. È indispensabile accelerare e soprattutto disporre di tutti i provvedimenti e dei decreti attuativi riuniti e coordinati all’interno di un’unica progettualità. È quanto emerso oggi dal convegno nazionale “I Gruppi Cooperativi in Oncologia. Le nuove sfide della ricerca indipendente” promosso a Roma da FICOG (Federation of Italian Cooperative Oncology Groups) e AIOM. La Federazione riunisce 17 gruppi cooperativi oncologici che promuovono nel nostro Paese la ricerca clinica no-profit.
“Il Regolamento europeo rappresenta un’ottima opportunità e un’occasione per superare le attuali criticità – afferma Carmine Pinto, Presidente FICOG – Vuole standardizzare e semplificare la ricerca clinica nel Vecchio Continente ma, al tempo stesso, garantire la qualità degli studi e la sicurezza dei pazienti. In Italia, al momento sono ancora limitati i finanziamenti e le risorse, con una frammentazione e un’assenza di coordinamento tra i progetti . Tutto ciò rende meno efficiente la ricerca, soprattutto quella indipendente, e questo fenomeno è molto evidente nelle sperimentazioni oncologiche. In primo luogo, è necessario accelerare sull’individuazione delle caratteristiche dei centri che devono svolgere ricerca nella Penisola. Come FICOG abbiamo prodotto insieme a FADOI (Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti), GIMEMA ( Gruppo Italiano Malattie Ematologiche dell’Adulto) e GIDM (Gruppo Italiano Data Manager) un documento tecnico per definire parametri specifici. Lo metteremo a disposizione dell’Agenzia Italiana del Farmaco, l’ente regolatorio deputato individuare queste caratteristiche. Siamo in attesa di risposte, anche per la riorganizzazione dei Comitati Etici. La loro riduzione a 40 comitati territoriali è già stata deliberata, così come i quattro Comitati a valenza nazionale. È necessaria, per l’impatto ed il volume della ricerca oncologica, la presenza di oncologi medici nei comitati a valenza nazionale. Considerando anche che il 40% di tutti gli studi clinici condotti in Italia riguardano trattamenti anti-tumorali”.
Nel convegno, ampio focus sullo stato dell’arte delle Reti Oncologiche Regionali. “Sono importantissime anche per quanto riguarda la ricerca clinica – prosegue Pinto – Possono, infatti, promuovere e facilitare le sperimentazioni da un punto di vista progettuale, gestionale e amministrativo. Riteniamo perciò prioritario l’implementazione delle Reti in tutta la Penisola. Bisogna poi arrivare finalmente a definire la figura professionale dei Coordinatori di Ricerca Clinica e alla loro stabilizzazione possibile ora solo negli IRCCS (Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico), ma ben sappiamo che buona parte degli studi clinici viene condotta in Italia negli ospedali e nelle università. Infine è indispensabile aggiornare il sistema di formazione che consenta di rendere disponibili le competenze e le nuove figure professionali richieste dall’evoluzione della ricerca”.
“È indispensabile promuovere una corretta informazione – conclude Pinto – sull’utilità della ricerca clinica nel nostro paese. Come FICOG abbiamo deciso di lanciare la campagna “Lo sai quanto è importante?” che prevede la realizzazione di survey, booklet, attività social e uno spot rivolto ai cittadini, alle associazioni pazienti e alle Istituzioni, che sarà lanciata nel prossimo convegno americano dell’ASCO, nel giugno prossimo”.