La prima procedura di ablazione del Centro-Sud mediante una rivoluzionaria apparecchiatura per il mappaggio cardiaco 3D è stata effettuata presso la Casa di Cura di Maddaloni
Maddaloni (CE), 11 dicembre 2015 – Si può dare lo stop alla mobilità sanitaria forzata dei pazienti campani, e non solo, affetti da aritmie: non dovranno più emigrare a Milano per gli interventi di ablazione cardiaca con sistemi tecnologici all’avanguardia. Presso la Casa di cura “San Michele” di Maddaloni (Caserta), accreditata con il Servizio Sanitario Nazionale, l’equipe di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione ha eseguito la prima procedura di ablazione in una struttura ospedaliera del Centro-Sud con il sistema “Rhythmia”, la rivoluzionaria apparecchiatura per il mappaggio cardiaco 3D. È la seconda strumentazione di questo genere in Italia: l’unico esemplare già operativo in Italia è, infatti, al “San Raffaele” di Milano.
Soddisfatto il dott. Antonio De Simone, coordinatore dell’equipe medica composta dai dottori V. La Rocca e A. Panella e coadiuvata dagli infermieri professionali V. Chiaravalloti e D. Pascariello: “Siamo orgogliosi di essere il primo Centro ospedaliero del Centro-Sud e il secondo in Italia ad essersi dotato di questa strumentazione, sia perché ‘Rhythmia’ offre prospettive fino ad ora impensabili nelle tecniche di mappatura elettro-anatomica e negli interventi di ablazione cardiaca, sia perché l’adozione di una tecnologia così innovativa riconferma la nostra Casa di Cura come uno dei Centri di eccellenza del territorio, e sottolinea l’impegno di questa struttura ospedaliera verso i pazienti, ai quali devono essere garantite sempre e comunque le migliori cure possibili. Il nuovo sistema di mappaggio 3D, grazie ad un catetere diagnostico basket dal design innovativo, a diametro variabile, dotato di 8 linguette su cui sono stampati elettronicamente ben 64 elettrodi (laddove altri sistemi utilizzano cateteri dotati al massimo di 20 elettrodi), permette di individuare con estrema accuratezza particolari di dimensioni microscopiche e di raccogliere un numero molto elevato di dati (diecine di migliaia, rispetto alle poche migliaia fornite dalle apparecchiature attualmente in uso). Inoltre il software per l’analisi dei potenziali è talmente rapido nel generare mappe elettro-anatomiche ad alta densità, da ridurre anche di 60 minuti i tempi procedurali, rendendo più semplice anche l’ablazione di aritmie potenzialmente letali come le tachicardie ventricolari”.
L’ablazione cardiaca è una procedura terapeutica avanzata, adottata in misura crescente nei Centri ad alta specializzazione, volta al trattamento di varie forme di aritmia. La tecnica prevede l’inserimento nel cuore di un catetere diagnostico che fornisce una ‘panoramica’ globale del muscolo cardiaco sotto il profilo anatomico ed elettrico, e di un catetere ‘ablatore’ per trattare selettivamente le aree coinvolte. Una volta individuati e visualizzati chiaramente i punti da trattare, il catetere ablatore eroga energia in modo mirato, determinando in questo modo il ‘degrado’ e la eliminazione delle cellule malate.
“L’ablazione cardiaca – aggiunge il dott. De Simone – rappresenta ad oggi uno dei trattamenti di maggiore efficacia per le patologie cardiovascolari. Per questo motivo è stata inserita nelle linee-guida della Società Europea di Cardiologia (ESC) quale efficace alternativa alle terapie farmacologiche, con vantaggi dimostrabili in termini di diagnosi, sicurezza e miglioramento della qualità di vita dei pazienti e con impatto positivo anche in termini economici”.
E per una maggiore efficacia procedurale in pazienti complessi, presso la “San Michele” è stata installata la sala ibrida, cioè una sala operatoria multifunzionale (fra le pochissime presenti in Italia e la prima dell’Italia Meridionale con tecnologia Siemens) destinata a interventi cardiovascolari d’avanguardia. È dotata di una macchina cuore-polmone, di un respiratore automatico, di apparecchiature radiologiche di elevata tecnologia: il cardiochirurgo, il cardiologo interventista, il chirurgo vascolare, l’elettrofisiologo, l’anestesista e il radiologo lavorano insieme.
fonte: ufficio stampa (foto di Antonio Piscitelli)