Tra i coordinatori della ricerca, pubblicata sul New England Journal of Medicine, c’è Silvio Danese, nuovo primario di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e professore ordinario all’Università Vita-Salute San Raffaele
Milano, 5 ottobre 2021 – La rettocolite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica che colpisce l’ultimo tratto dell’intestino e per la quale attualmente non è ancora disponibile un trattamento efficace sul lungo periodo, soprattutto nei casi più gravi.
I dati di un nuovo studio clinico internazionale di fase III, pubblicati la scorsa settimana sul prestigioso New England Journal of Medicine, offrono però nuove speranze per chi è affetto dalla patologia, dimostrando l’efficacia del farmaco ozanimod – da poco approvato per il trattamento della Sclerosi Multipla – sia nella fase di induzione della remissione sia nella fase di mantenimento.
A firmare lo studio – che ha contribuito a progettare in qualità di membro dello steering committee del trial – c’è il prof. Silvio Danese, nuovo direttore dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed endoscopia digestiva dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e professore ordinario di gastroenterologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele.
True North – questo il nome del trial – è randomizzato, in doppio-cieco e controllato con placebo, ed è stato condotto nel corso di cinque anni in oltre 285 centri e 30 Paesi in tutto il mondo, con più di 1.000 pazienti coinvolti con un età compresa tra i 18 e i 75 anni, affetti da colite ulcerosa moderata o severa. L’efficacia del farmaco è stata valutata sia sulla base di indicatori di remissione clinici, basati sui sintomi, che endoscopici e istologici.
“Ozanimod appartiene a una nuova classe di immuno-modulatori, capaci di bloccare i linfociti – cellule che giocano un ruolo chiave nelle malattie infiammatorie – all’interno dei linfonodi, di fatto impedendo loro di raggiungere gli organi dove scatenano l’infiammazione e danneggiano i tessuti” spiega il prof. Danese, tra i coordinatori internazionali del trial True North.
“I risultati che abbiamo ottenuto sono molto positivi: il farmaco non solo è ben tollerato ed efficace, sia in fase di induzione della remissione sia in fase di mantenimento, ma è stato in grado di controllare la malattia in pazienti per cui le altre terapie avevano fallito”, prosegue Danese.
Agendo sulla risposta immunitaria sistemica dell’organismo, ozanimod – come tutti gli immuno-modulatori – potrebbe aumentare il rischio dello sviluppo di infezioni opportunistiche ma il profilo di sicurezza del farmaco è molto solido, grazie all’ampio numero di pazienti trattato, non solo all’interno di studi clinici per la sclerosi multipla recidivante-remittente (patologia per cui è stato poi approvato da EMA) e per la colite ulcerosa, ma anche per il morbo di Crohn (studio di fase III ancora in fase di completamento).
“Grazie alla ricerca in campo immunologico, abbiamo oggi a disposizione nuove classi di farmaci, che sono in grado di interferire con i processi infiammatori e autoimmuni in modo sempre più mirato ed efficace – afferma il prof. Danese – Si tratta di terapie che potrebbero cambiare la nostra capacità di intervento per le malattie infiammatorie croniche intestinali, come la colite ulcerosa e il morbo di Crohn, che oggi costituiscono ancora, purtroppo, delle condizioni altamente invalidanti”.
Studio pubblicato su New England Journal of Medicine – 30 Settembre 2021
Ozanimod as Induction and Maintenance Therapy for Ulcerative Colitis
William J. Sandborna, M.D., Brian G. Feaganb, M.D., Geert D’Haensc, M.D., Douglas C. Wolfd, M.D., Igor Jovanovice, M.D., Stephen B. Hanauerf, M.D., Subrata Ghoshg, M.D., AnnKatrin Petersenh, M.D., Steven Y. Huah, Ph.D., Ji Hwan Leeh, M.S., Lorna Charlesh, M.D., Denesh Chitkarah, M.D., Keith Usiskinh, M.D., Jean-Frederic Colombeli, M.D., Loren Lainej, M.D., and Silvio Danesek, M.D.
a. University of California San Diego, La Jolla;
b. Western University, London, ON, Canada;
c. Inflammatory Bowel Disease Center, Academic Medical Center, Amsterdam;
d. Center for Crohn’s Disease and Ulcerative Colitis, Atlanta Gastroenterology Associates, Atlanta;
e. Division of Gastroenterology, University Hospital Medical Center Bežanijska Kosa, Belgrade, Serbia;
f. Feinberg School of Medicine, Chicago;
g. APC Microbiome Ireland, College of Medicine and Health, University College Cork, Cork, Ireland;
h. Bristol Myers Squibb, Princeton, NJ;
i. Department of Gastroenterology, Icahn School of Medicine at Mount Sinai, New York;
j. Yale School of Medicine, New Haven, and the Veterans Affairs Connecticut Healthcare System, West Haven;
k. IRCCS Humanitas Research Hospital and University Vita-Salute San Raffaele, Milan.