Roma, 23 dicembre 2016 – Il disegno di legge sulla responsabilità professionale – commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed Costantino Troise – scarroccia nell’Aula parlamentare del Senato quasi alla deriva. Dopo le lunghe ferie dei parlamentari, dovrà essere ricalendarizzato, discusso, rinviato, ridiscusso e poi (forse) approvato. Uscito dal Senato dovrà essere trainato dal famigerato rimorchiatore, ovvero dalla navetta parlamentare, fino alla Camera dove, se i mostri marini (milleproroghe) e il Leviatano della legge parlamentare lo consentiranno, potrà sperare in una discussione risolutiva.
Negli ultimi dieci anni i medici sono stati bersagliati da una quantità innumerevole di provvedimenti legislativi che hanno stravolto e superato il contratto di lavoro, ridotto le retribuzioni, mortificato le speranze di un incremento salariale.
L’unico provvedimento che potrebbe modificare, sensibilmente ed in positivo, l’attività lavorativa di decine di migliaia di camici bianchi deve inutilmente aspettare ancora. Basterebbe guardare le forche caudine a cui sono sottoposti i medici. Una cascata di responsabilità da far invidia alla Santa Inquisizione: penale, civile, erariale, disciplinare e deontologico-ordinistica.
Qui non si tratta di porre ostacoli alla giusta punizione degli psicopatici di Saronno o ai criminali della clinica Santa Rita di Milano. Qui si tratta invece di dare certezze ai molti medici che si ritrovano, in gran parte ingiustamente, nel vortice di un sistema mediatico e punitivo che non ha eguali nel mondo e che si riverbera con gravi conseguenze dal punto di vista assicurativo e, tramite la medicina difensiva, sulla salute dei pazienti e sui costi del sistema sanitario.
Chi gode della immunità parlamentare dovrebbe provare a immedesimarsi un po’ di più nel Paese reale. Chi vuole sapere ciò di cui hanno bisogno cittadini e medici, faccia un giro negli Ospedali, di giorno o, meglio, di notte. Potremmo accompagnarlo.
fonte: ufficio stampa