Roma, 1 marzo 2017 – L’approvazione definitiva alla Camera dei deputati, con un rush finale di per sé degno di apprezzamento, del Disegno di legge sulla Responsabilità professionale dei medici e degli esercenti le professioni sanitarie, rappresenta una novità di notevole rilievo per il nostro sistema sanitario.
Diciamolo subito. È un buon risultato, commenta il Segretario Nazionale Anaao Assomed, Costantino Troise. Per il quale va ringraziato il Parlamento, a partire dai due relatori, non a caso due Medici, l’on. Federico Gelli ed il sen. Amedeo Bianco, i Presidenti ed i componenti delle commissioni parlamentari, il Ministro della salute, ma anche le organizzazioni sindacali che in questi lunghi anni hanno posto il tema ai primi posti di ogni loro rivendicazione. E tutti i medici che non hanno mai smesso di crederci e che oggi possono salutare un risultato che, con sano pragmatismo, va considerato molto positivo a dispetto di fascinosi quanto mitici obiettivi. Ed anche quanti, come l’Anaao, non hanno fatto mancare un contributo critico al miglioramento del testo lungo tutto il percorso parlamentare.
Dopo oltre 15 anni di produzione legislativa, ed un primo, parziale quanto ingiustamente criticato, tentativo di normare la materia da parte del Ministro Balduzzi, che pure merita un grazie, il Parlamento è riuscito a dare una risposta complessiva al delicato tema della responsabilità professionale, intrinsecamente legato a quello della sicurezza delle cure, per gli operatori ed i pazienti. Una legge che ha anche il merito di riportare la politica a riempire un vuoto impropriamente occupato in questi anni dalla magistratura e dalla sua esegesi creativa non sempre equilibrata.
Occorre ora evitare di cadere in quello che è un tratto profondo della cultura politica nazionale quale l’eccesso di aspettativa nei confronti delle norme di legge. In una intolleranza dei limiti che la realtà impone con il conseguente disfattismo secondo il quale ci sarebbe voluto “ben altro” per risolvere “veramente” il problema. Le leggi si forgiano nella prassi e nella cultura giuridica, e siamo solo all’inizio del cammino. È il caso, però, di disilludere subito gli animatori dei dotti dibattiti sui costi della medicina difensiva consigliando loro di smettere di far luccicare gli occhi nell’attesa dei miliardi di risparmi immaginati possibili da subito.
Ci sarà tempo di approfondire i singoli punti. Oggi è giorno di festa per tutti coloro che credono nella Costituzione e nel valore sociale di un servizio sanitario pubblico e nazionale.
fonte: ufficio stampa