Torino, 13 febbraio 2023 – Uno degli aspetti, non secondario, del trapianto d’organo è costituito dal reinserimento lavorativo e, conseguentemente, sociale del soggetto trapiantato. Il numero degli interventi è in costante aumento e le prospettive di vita in buona salute di questi soggetti corrono parallelamente al successo degli interventi chirurgici. È quindi logico domandarsi come possa essere garantita una vita sociale e lavorativa non condizionata da pregiudizi per chi ha vissuto eventi di salute che hanno portato al trapianto d’organo.
Questa necessità è stata colta dall’INAIL, che ha promosso, in uno dei suoi bandi di ricerca partecipata (BRIC), il tema del ritorno al lavoro dei soggetti trapiantati con specifico riferimento a modalità di reinserimento che rispettino le esigenze di piena sicurezza per il lavoratore e, al contempo, garantiscano requisiti di appropriatezza e mantenimento delle qualifiche di mansione.
A questo bando ha risposto un gruppo di lavoro, coordinato dalla Medicina del Lavoro della Città della Salute di Torino (prof. Enrico Pira), in collaborazione con le Strutture dirette dai professori Giorgio Saracco, Mauro Rinaldi e Luigi Biancone, rispettivamente per i trapianti di fegato, cuore e rene. Si tratta di eccellenze nazionali, come dimostrano le posizioni di vertice in Italia per numero di trapianti annuali. Al gruppo di lavoro partecipa anche una importante organizzazione sindacale (IAL-CISL), cui è demandato il compito di sensibilizzazione dei diversi attori della prevenzione e della tutela della salute in ambito aziendale.
Lo scopo principale è quello di produrre una Linea guida che consenta di applicare politiche uniformi sul territorio nazionale che consentano al Medico del lavoro competente aziendale di operare le proprie scelte sull’idoneità alla mansione specifica, in modo da garantire l’accesso alla migliore attività lavorativa possibile, nel pieno rispetto della sicurezza individuale.
Il Progetto è stato premiato dall’INAIL con l’assegnazione di un budget biennale di circa 500.000 euro, comprensivo del cofinanziamento delle diverse Unità Operative, che consentirà di acquisire i dati necessari per l’elaborazione statistica a cura del prof. Paolo Boffetta dell’Università di Bologna. La collaborazione tra diversi settori scientifico-disciplinari con competenze trasversali in ambito clinico e di prevenzione consentirà di redigere un documento di utilizzo pratico che consenta il ritorno al lavoro sicuro e gratificante per ogni soggetto trapiantato.