Bari, 26 giugno 2020 – “I sindacati dei medici di Intesa Sindacale, dello SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo dei Medici Italiani) e del SMI (Sindacato Medici Italiani) della Puglia sono impegnati per una prospettiva di rilancio del Sistema Sanitario, ritenendo fondamentale il richiamo allo spirito delle leggi istitutive del SSN L. 833/78 – L. 502/92. Soprattutto quest’ultima tratteggia in maniera precisa l’organizzazione della medicina territoriale e l’impegno centrale nel territorio della medicina generale, facendo tesoro dell’insegnamento impartito dalla recente pandemia”, così in una nota congiunta, rivolta alle istituzioni sanitarie pugliesi, i tre sindacati dei medici rivolgono un appello per potenziare la medicina territoriale e la medicina generale della Puglia.
“Chiediamo all’istituzioni sanitarie regionali una migliore organizzazione e un chiaro potenziamento del territorio. In tal senso è chiaro a tutti, ormai, che solo se funziona la medicina del territorio potrà andare avanti anche l’assistenza ospedaliera e viceversa, potendo assicurare ai cittadini un’assistenza sanitaria completa e degna di un paese civile”.
“Oggi lo studio del medico di medicina generale è costretto a sbrigare un eccesso di normative burocratiche, che relegano l’assistenza clinica ed il contatto con i pazienti a mero tempo residuale, facendogli così perdere la potenzialità di porta di accesso ai servizi sanitari regionali. Sosteniamo, per questo, che l’appropriatezza delle diagnosi e delle terapie devono partire dallo studio di medicina generale ma permettendo al medico di famiglia di avere il tempo necessario per dedicarsi all’assistenza clinica e quindi alla formulazione di percorsi diagnostico-terapeutici individuali per ogni paziente”.
“L’apporto della moderna tecnologia e della telemedicina, in particolare, può aiutare il compito del MMG, purché sia vissuto come mezzo per il miglioramento dell’assistenza ai cittadini e soprattutto al servizio del versante clinico, centrando così gli obiettivi di salute del paziente”.
“Sentiamo il bisogno di un cambio di passo, non solo nell’interesse della categoria, ma soprattutto per riqualificare il sistema delle cure primarie, incentivando l’offerta del sistema pubblico”.
“Riteniamo utile l’esperienza degli ultimi decenni; adesso bisogna puntare a un ampliamento a tutta la platea dei medici di famiglia della possibilità di lavorare in equipe, con il supporto di altre figure professionali, quali collaboratori di studio e infermieri per la gestione della cronicità e della domiciliarità”.
“Puntiamo a delineare un sistema sanitario organizzato e fondato su due direttrici: ospedale e territorio, la cui perfetta integrazione porta all’efficienza complessiva della sanità nel nostro paese per essere in grado di affrontare in maniera completa ed esaustiva le sfide future e i bisogni di salute dei nostri cittadini” conclude la nota di Intesa Sindacale, SNAMI, SMI della Puglia.