Roma, 5 novembre 2019 – “I dati emersi dal rapporto Svimez 2019 delineano scenari inquietanti per la sanità italiana. Il rischio di avere prestazioni a diverse velocità e servizi ai cittadini di serie A e serie B su base geografica è oggi più alto che mai”. Lo dichiara, in una nota, il segretario nazionale UGL Sanità, Gianluca Giuliano, commentando i risultati del rapporto Svimez 2019.
“I dati del rapporto di sicuro non ci sorprendono, come OS siamo da sempre in prima linea per combattere le disuguaglianze geografiche nel nostro servizio nazionale”, prosegue Giuliano.
“Il rapporto ci delinea un’Italia spaccata in due, con una spesa sanitaria ridotta del 25% al sud. Nel Mezzogiorno circa il 10% del totale dei residenti ricoverati per patologie si sposta verso altre regioni, a fronte di valori compresi tra il 5% e il 6% nelle regioni del Centro-Nord. I posti letto in degenza ordinaria per 1.000 abitanti sono, in media, 3,18: 3,37 nel Centro-Nord e 2,82 nel Mezzogiorno. Numeri che descrivono una sanità spaccata in due, con un costante esodo di risorse e quindi di pazienti dal sud verso il nord”.
“La soluzione per porre un freno a questa situazione è, a nostro avviso, solamente una: tornare ad investire al sud. In controtendenza con quanto fatto fino ad oggi, invece che sposare politiche di tagli e di attenzione ai bilanci come unico obiettivo, è necessario tornare ad investire sul personale sanitario, formarlo e fare in modo che non lasci le strutture del sud appena possibile verso il nord. Trattenere, attraverso investimenti mirati, le tante eccellenze che ogni anno escono dalle università del sud e metterle in condizione di lavorare in strutture attrezzate e moderne. In questo modo si innescherà un circolo virtuoso che porterà le persone a curarsi nelle regioni di appartenenza, riducendo i viaggi della speranza fuori regione e restituendo al nostro paese una sanità di serie A su tutta la penisola”, conclude Gianluca Giuliano.