Ragadi anali. Trattamento conservativo e chirurgico

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Come si trattano le ragadi anali
Anche per le ragadi anali si adotta un approccio progressivo Step-by-Step, utile soprattutto per i pazienti che presentano ragadi superficiali e che pertanto possono godere di buone probabilità di risolvere il proprio problema senza necessariamente ricorrere all’intervento chirurgico. Distinguiamo dunque i seguenti approcci terapeutici:

  • Conservativo
  • Chirurgico

Trattamento Conservativo
La maggior parte delle ragadi acute guarisce da sola o con l’ausilio di un trattamento conservativo che prevede l’adozione di un regime dietetico e delle modificazioni nello stile di vita equivalenti a quelle per la malattia emorroidaria e che ho già descritto in questo articolo.
Blandi lassativi possono aiutare a rendere le feci più morbide e se combinate all’utilizzo di dilatatori anali a dimensioni variabili che consentono un progressivo rilassamento muscolare, possono dare dei buoni risultati.
Nelle ragadi più resistenti, si può ricorrere alla terapia farmacologica che mira a ridurre temporaneamente la contrazione del muscolo sfintere interno e favorire la guarigione della ragade.

Quali farmaci possono essere prescritti 

  • Unguenti a base di Nitroglicerina
    La nitroglicerina agisce chimicamente rilassando la muscolatura interna dello sfintere anale. Ciò determina una diminuzione della pressione del muscolo e di conseguenza un aumento del flusso sanguigno al sito della lesione, con conseguente guarigione della ragade.
    La terapia deve essere seguita, in combinazione con le misure dietetiche e comportamentali già descritte, per un periodo di 6-9 settimane e la guarigione avviene in almeno il 50% di ragadi croniche.
    Il principale effetto collaterale dell’unguento di nitroglicerina, in circa il 20-30% dei pazienti, è il mal di testa.
  • Creme a base di Calcio-antagonisti
    Questi farmaci agiscono rilassando la muscolatura anale in modo simile all’unguento di nitroglicerina e sono stati associati con la guarigione delle ragadi anali croniche nel 65 % dei pazienti. Gli effetti collaterali sono simili a quelli della nitroglicerina per quanto riguarda il calo pressorio, mentre i casi di emicrania sono minori; fino al 25 % dei pazienti.

Cosa si può fare se la ragade non guarisce
Una ragade che non risponde a terapie conservative dovrebbe essere riesaminata. Costipazione cronica con feci dure, rallentato transito intestinale, cicatrici o spasmo del muscolo anale interno contribuiscono ad un ritardo di guarigione. Anche le malattie infiammatorie intestinali (morbo di Crohn), infezioni o tumori anali possono causare sintomi simili a ragadi anali. I pazienti affetti da dolore anale persistente dunque, devono essere esaminati per escludere queste malattie e questo può voler dire eseguire una colonscopia ed un esame per prelievo di biopsie.

Trattamento Chirurgico
Quando la terapia medica fallisce, l’intervento chirurgico rappresenta l’unica possibile soluzione al trattamento della ragade cronica.
Le opzioni chirurgiche per il trattamento ragade anale includono:

iniezione-di-tossina-botulinicaIniezione di tossina botulinica
Questa è una tecnica poco utilizzata in Italia e che ho affinato nella mia pratica in Inghilterra. Prevede l’utilizzo della tossina botulinica, proprio quella che si utilizza per le rughe, che viene iniettata direttamente nel muscolo sfintere anale interno per promuoverne il rilassamento. In tal modo si ha la diminuzione della contrattura muscolare, la riduzione del dolore anale da spasmo, permettendo alla ragade di guarire. La guarigione completa si verifica in circa il 50-80% dei pazienti, la recidiva può però verificarsi fino al 40% dei casi, ma il vantaggio di questa metodica è che si può ripetere più volte. L’unico effetto collaterale di questa tecnica è che in pochi casi si può verificare una temporanea incontinenza ai gas che però sparisce man mano che si dissolve l’effetto del Botulino (massimo 6 mesi).

sfinterotomia-laterale-internaSfinterotomia laterale interna
L’intervento chirurgico di scelta è la sfinterotomia laterale interna che ha un successo pari al 90% sebbene gravata in alcuni casi da un rischio di incontinenza transitoria ai gas ed è dunque fondamentale che tale procedura venga eseguita da chirurghi colo-rettali esperti.
L’intervento viene eseguito in Day-Surgery ed in anestesia spinale. La procedure consiste nel dividere, sezionando parzialmente lo sfintere anale interno così da ridurne lo spasmo, migliorare l’afflusso di sangue e favorire la guarigione della ragade. Il dolore legato dall’intervento è solitamente lieve ed sicuramente minore del dolore causato dalla stessa ragade.
Nei giorni successivi all’intervento, migliora fino ad un ritorno alle proprie attività quotidiane in 7-10 giorni.

Qual è il tempo di recupero dopo i trattamenti
Sia in caso di terapia medica o chirurgica, la guarigione completa può richiedere fino a circa 6-10 settimane. Il dolore acuto post-operatorio scompare dopo alcuni giorni e la maggior parte dei pazienti sarà in grado di tornare al lavoro e riprendere le attività quotidiane pochi giorni dopo l’intervento chirurgico.

La ragade può ritornare?
È possibile che una ragade completamente guarita possa ripresentarsi dopo un trauma o a seguito di evacuazione di feci molto dure, per questo motivo è molto importante continuare le buone abitudini dietetiche e di stile di vita che avevo consigliato nel precedente articolo. I tassi di recidiva dopo sfinterotomia chirurgica invece sono estremamente bassi Se il problema si ripresenta senza una apparente causa è necessaria un’ulteriore valutazione dal chirurgo colorettale.

Di seguito il link all’articolo: Ragadi anali: sintomi, cause e diagnosi

Federico Messina

Specialista in Chirurgia Generale. Proctologia. Chirurgia Colorettale Laparoscopica e Robotica. Chirurgia e Riabilitazione dei Disturbi del Pavimento Pelvico. Esperto in Health Economics Policy and Management. Dirigente Medico di Chirurgia Generale presso USL di Ferrara. Consultant Surgeon NHS Londra

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