Radioterapie innovative, nasce la Rete europea sulle risorse mediche hi-tech
Al via la Joint Action dell’Unione Europea sugli European Networks of Expertise on Cancer. Il Presidente CNAO Gianluca Vago: “È un’opportunità unica per eliminare le discrepanze e gli ostacoli nell’accesso all’innovazione tra gli Stati membri, proponendo soluzioni concrete”. In Europa vivono 23,7 milioni di cittadini dopo la diagnosi di cancro, +41% in 10 anni. Importanti progressi da metodiche altamente innovative per la cura di neoplasie spesso inoperabili o resistenti ai tradizionali trattamenti radioterapici
Pavia, 17 febbraio 2025 – Nasce la prima “Rete europea di competenza sulle risorse mediche ad alta tecnologia” (European Network of Expertise on Hi-tech medical resources) contro il cancro. L’obiettivo è rimuovere gli ostacoli nell’accesso all’innovazione in oncologia in Europa, eliminare le discrepanze territoriali e garantire l’equità nell’accesso alle cure contro i tumori. Sono 7 i settori su cui si focalizza il nuovo Network europeo: medicina nucleare, radiomica, radioterapie innovative, tecniche chirurgiche innovative, metodi fisici di ablazione, terapie cellulari avanzate, sperimentazione ex vivo di farmaci. Il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (CNAO) di Pavia è stato scelto, insieme al Centre Léon Bérard di Lione, per guidare l’area relativa alle radioterapie innovative.
“Il Network europeo sulle risorse mediche hi-tech è un’opportunità unica per evidenziare e rimuovere le discrepanze e gli ostacoli nell’accesso all’innovazione tra gli Stati membri, proponendo soluzioni concrete – spiega il prof. Gianluca Vago, Presidente del CNAO e Direttore del Dipartimento di Oncologia e Onco-Ematologia dell’Università degli Studi di Milano – La Rete è guidata da Unicancer, che riunisce i Comprehensive Cancer Center francesi, e co-diretta dalla Regione Zealand, isola che comprende il distretto sanitario della capitale della Danimarca. Finora, 22 Stati membri si sono impegnati a contribuire alla Rete, che include 67 organizzazioni in tutta Europa e quasi 200 esperti. Siamo orgogliosi che CNAO ricopra il ruolo di leader dell’area delle radioterapie innovative”.
A fronte dei 2 milioni e mezzo di cittadini che vivevano in Italia nel 2010 con una pregressa diagnosi di tumore, si è passati a circa 3,6 milioni nel 2020, il 37% in più di quanto osservato solo 10 anni prima. In Europa, sono 23,7 milioni le persone a cui è stato diagnosticato un cancro, con un incremento del 41% tra il 2010 e il 2020 (da 16,8 a 23,7 milioni). Questo dipende dall’aumento assoluto del numero di casi di tumore, in relazione all’aumento dell’aspettativa di vita, ma anche agli importanti passi avanti realizzati grazie alle nuove terapie.
“La radioterapia rappresenta un pilastro fondamentale nella cura dei tumori, al fianco della chirurgia e delle terapie sistemiche – spiega la prof.ssa Lisa Licitra, Direttore Scientifico di CNAO e Responsabile della Oncologia Medica 3 – Tumori della Testa e del Collo della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano – In Italia, circa il 60% dei pazienti oncologici necessita della radioterapia durante il percorso di cura. È necessario affrontare le criticità per garantire un accesso equo ai trattamenti. Un impegno concreto da parte delle Istituzioni, in termini di investimenti e valorizzazione delle competenze professionali, è fondamentale per il futuro della radioterapia in Italia e in Europa. Strumenti innovativi e altamente specializzati, come l’adroterapia, consentono importanti progressi”.
“L’adroterapia – afferma la prof.ssa Ester Orlandi, Responsabile del Dipartimento Clinico di CNAO e Ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Clinico-chirurgiche, Diagnostiche e Pediatriche dell’Università di Pavia – è una forma di radioterapia per la cura di tumori spesso inoperabili o resistenti ai tradizionali trattamenti radioterapici. A differenza della radioterapia tradizionale, che si basa sull’utilizzo di raggi X o elettroni, l’adroterapia prevede l’uso di protoni e ioni carbonio. Queste particelle hanno il vantaggio di essere più pesanti e dotate di maggior energia rispetto agli elettroni e, di conseguenza, di essere ancora più efficaci nel colpire le cellule tumorali. Grazie all’altissima personalizzazione del trattamento in ogni sua fase e alla grande capacità distruttiva dei tessuti tumorali, l’adroterapia ha iniziato la sua esperienza nei tumori della base del cranio, per poi essere utilizzata anche in altre neoplasie. In tutto il mondo solo sei strutture sono in grado di erogare l’adroterapia con protoni e ioni carbonio e una di queste è proprio il CNAO di Pavia. L’adroterapia rappresenta una metodica di un panorama in continua evoluzione. La crescita e l’innovazione tecnologica nel campo della radioterapia si stanno espandendo rapidamente, coinvolgendo ogni fase del trattamento, dalla simulazione all’erogazione. I benefici clinici per i pazienti si intrecciano con questioni etiche, di sostenibilità economica e di equità, rendendo fondamentale un approccio integrato e responsabile nell’applicazione di queste tecnologie”.
“Essere riconosciuti leader nelle radioterapie innovative – prosegue la prof.ssa Orlandi – è un traguardo significativo per CNAO, che in ambito europeo si afferma come modello integrato di ricerca e clinica. In questo contesto, CNAO ha attratto partner di rilievo come ESTRO, CERN, CERGAS (Università Bocconi), MEDAUSTRON e MIT con i quali collaboriamo per ampliare una visione condivisa e promuovere l’accesso a cure tecnologicamente avanzate e efficaci per tutti i pazienti, coinvolgendo tutti i 22 Stati membri europei impegnati a costruire la rete di esperti in radioterapia innovativa”.
La “Rete europea di competenza sulle risorse mediche ad alta tecnologia” si colloca all’interno della Joint Action (JA) dell’Unione Europea sugli European Networks of Expertise (Reti europee di competenza – NoEs) coordinata dal team del Prof. Paolo Casali dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Il progetto, JANE-2, che durerà 4 anni, ha l’obiettivo di far nascere sette nuove Reti europee in oncologia. Tali Reti copriranno 7 aree di interesse, una costituita proprio dalle risorse mediche ad alta tecnologia, inclusa la radioterapia. Le altre sono le seguenti: tumori complessi e a prognosi sfavorevole; cure palliative; “survivorship”, cioè le problematiche del paziente oncologico guarito; prevenzione primaria e secondaria personalizzate; tecnologie omiche; adolescenti e giovani adulti colpiti dal cancro.
Il 27 e 28 gennaio si è svolto a Milano il meeting di apertura del progetto, che ha visto centinaia di partecipanti in presenza e da remoto. In particolare per l’area Radioterapica, oltre agli Stati membri già coinvolti, era presente una nutrita schiera di eccellenti professionisti italiani.
“Per la prima volta vengono istituite Reti di questo tipo, che affrontano le problematiche e le opportunità legate all’intera filiera di prevenzione, diagnosi e cura dei tumori – conclude il prof. Vago – dalla produzione di linee guida e raccomandazioni generali per gli operatori sanitari, i pazienti e la popolazione, alla sensibilizzazione dei cittadini e realizzazione di azioni di advocacy, allo sviluppo di modelli organizzativi sanitari e di strumenti educativi per gli addetti ai lavori e i pazienti, fino alla promozione della ricerca clinica. Dal punto di vista concettuale, quindi, le Reti di competenza forniranno supporto alla comunità oncologica, in primo luogo agli operatori sanitari che curano i pazienti. Si tratta di una differenza di principio rispetto ad altre reti europee, come gli European Reference Networks (ERNs) sui tumori rari, che riuniscono gli operatori sanitari specializzati sui tumori rari, e la nuova Rete dei Comprehensive Cancer Centers (EUNetCCC), costituita dai centri di riferimento europei per la cura del cancro”.
Le NoEs (Network of Expertises) dovranno incorporare non solo le istituzioni oncologiche, ma anche, ad esempio, società scientifiche, associazioni di pazienti, istituti di ricerca dedicati a temi quali la biologia molecolare, la salute pubblica, l’economia sanitaria. L’obiettivo finale della Joint Action è garantire che, al termine del progetto, le NoEs siano completamente attive e indipendenti e allo stesso tempo in grado di collaborare fra di loro, con altre reti europee e con l’intera comunità oncologica europea.