Prof. Gaetano Maria De Ferrari: “L’ospedale Molinette è uno dei 4 Centri italiani invitati a far parte del consorzio europeo Stopstorm, che metterà a punto gli standard per questa nuova terapia, che conferma la Città della Salute di Torino Centro di riferimento per i pazienti con cardiomiopatie e aritmie maligne”
Torino, 12 agosto 2020 – L’inedita accoppiata cardiologi-radioterapisti blocca le aritmie cardiache senza entrare nel cuore. All’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino è stata messa a punto una innovativa tecnica per curare il circuito elettrico alla base delle aritmie ventricolari maligne in maniera non invasiva, dall’esterno, grazie alla radioterapia. Il primo caso sperimentato con successo è stato un paziente di 73 anni, grazie alle equipe universitarie di Cardiologia (diretta dal professor Gaetano Maria De Ferrari) e di Radioterapia (diretta dal professor Umberto Ricardi).
Solitamente i pazienti con aritmie maligne, le cosiddette “tachicardie ventricolari”, vengono trattati con l’impianto di un defibrillatore che è in grado di interrompere l’aritmia con una scarica elettrica. Tuttavia il defibrillatore non previene l’insorgenza della tachicardia ventricolare e sono sempre più numerosi i pazienti che soffrono di episodi ripetuti di scarica elettrica in risposta alle tachicardie ventricolari, con peggioramento delle condizioni cliniche e della qualità della vita.
Quando possibile questi pazienti vengono trattati con una ‘ablazione’ del circuito alla base dell’aritmia, inserendo dei cateteri nel cuore e ‘bruciando’ la zona critica dell’aritmia. In casi particolarmente avanzati però l’aritmia ritorna e in questi casi non vi sono soluzioni riconosciute per risolvere il problema.
In questo caso il paziente di 73 anni era stato sottoposto in passato a tre interventi cardiochirugici e soffriva da un anno di tachicardie ventricolari recidivanti. È stato sottoposto due volte ad ablazione dell’aritimia nel reparto di Cardiologia universitaria delle Molinette. Nonostante un’iniziale apparente efficacia, nella seconda procedura si è evidenziata la persistenza di un circuito aritmico nella parte esterna del ventricolo sinistro (a livello epicardico).
Nei Centri più esperti, come le Molinette, è possibile accedere all’epicardio con i cateteri per completare l’ablazione. Purtroppo questo non era possibile in questo paziente a causa degli esiti dei tre interventi cardiochirurgici precedenti. Si era rimasti pertanto senza armi per contrastare l’aritmia.
Quando il paziente ha accusato nuovi episodi di tachicardie ventricolari dopo la seconda ablazione, è stato costituito rapidamente un gruppo di lavoro, composto anche dal cardiologo professor Matteo Anselmino e dal radioterapista dottor Mario Levis.
Grazie ai dati degli studi elettrofisiologici di ablazione, di particolari TC cardiache e ad una complessa serie di simulazioni e calcoli, si è messo a punto il piano terapeutico ideale per somministrare una singola seduta di radioterapia, somministrando una dose molto elevata di radiazioni in modo molto preciso ed accurato.
Tale tipologia di trattamento, definita radioterapia stereotassica ablativa, viene normalmente applicata in ambito oncologico, come alternativa alla chirurgia con lo scopo di ablare in modo non invasivo lesioni tumorali di volume limitato.
Il paziente è stato quindi sottoposto a una sola sessione della durata di trenta minuti, completamente non invasiva, durante la quale ha ricevuto la dose prevista, utilizzando anche una tecnologia innovativa che consente di sincronizzare l’erogazione della radioterapia seguendo precisamente il movimento respiratorio. Questo sistema ha consentito di ridurre ulteriormente la zona irradiata e quindi i possibili danni ai tessuti circostanti, centrando al meglio il focus responsabile dell’aritmia.
L’intervento è tecnicamente riuscito. Dal giorno del trattamento il paziente non ha più avuto alcuna tachicardia ventricolare, mentre nei tre mesi precedenti aveva accusato quattro episodi di tempeste aritmiche con scariche elettriche del defibrillatore.
“Siamo molto contenti del risultato ottenuto – dichiara il prof. De Ferrari – e della possibilità di poter offrire, in aggiunta a un ventaglio di opzioni terapeutiche, anche questo approccio innovativo ai pazienti più complessi. L’ospedale Molinette è uno dei 4 Centri italiani invitati a far parte del consorzio europeo Stopstorm, che metterà a punto gli standard per questa nuova terapia, che conferma la Città della Salute Centro di riferimento per i pazienti con cardiomiopatie e aritmie maligne”.