I nuovi dispositivi rendono più sicuro l’utilizzo della TIPS (Transjugular Intrahepatic Portosystemic Shunt), una procedura che ha sensibilmente migliorato l’approccio clinico nei pazienti affetti da cirrosi epatica. In Europa solamente 4 centri (Barcellona, Bonn, Friburgo ed Amburgo) hanno avuto la possibilità di utilizzare questa nuova tecnica. In Italia gli interventi sono stati realizzati presso l’ISMETT di Palermo
Palermo, 18 luglio 2016 – Eseguiti per la prima volta in Italia due interventi mini invasivi realizzati utilizzando le nuove endoprotesi ad espansione controllata. Gli interventi sono stati realizzati entrambi presso l’ISMETT (Istituto Mediterraneo e Terapie ad Alta Specializzazione) di Palermo su due pazienti con cirrosi epatica in fase avanzata di malattia. I pazienti soffrivano di versamento liquido nella cavità addominale (ascite) e precedenti episodi di emorragia da varici gastroesofagee. Entrambi i pazienti sono in buone condizioni cliniche e sono stati dimessi dall’ospedale il giorno dopo l’intervento.
I nuovi dispositivi rappresentano un significativo progresso nell’ambito della radiologia interventistica. Rendono più sicuro, infatti, l’utilizzo della TIPS (Transjugular Intrahepatic Portosystemic Shunt), una procedura introdotta nella pratica clinica da circa 15 anni e che ha sensibilmente migliorato l’approccio clinico nei pazienti affetti da cirrosi epatica.
“L’utilizzo del TIPS– spiega Angelo Luca, direttore di ISMETT – è stata una vera e propria rivoluzione perché consentiva ai pazienti con cirrosi epatica e ipertensione portale severa di evitare l’intervento chirurgico che molti di loro non avrebbero potuto superare a causa delle avanzate condizioni cliniche. Tuttavia, fino ad oggi il limite di questa procedura era il rischio di gravi complicanze (encefalopatia e insufficienza epatica) nel follow up, grazie alle nuove endoprotesi questi rischi vengono ridotti notevolmente”.
Le nuove endoprotesi rendono più sicuro l’utilizzo della procedura. Il loro maggiore vantaggio è che il diametro della protesi può essere modificato a secondo della risposta clinica dei singoli pazienti, consentendo in questo modo di modulare il flusso del sangue che va viene sottratto al fegato e riducendo il rischio di complicanze post intervento. “Questo – sottolinea ancora Angelo Luca – conferma ancora una volta l’impegno di ISMETT nell’implementare nuove tecnologie a beneficio dei pazienti”
Il team dell’ISMETT, costituito dai dott. Angelo Luca, Roberto Miraglia e Luigi Maruzzelli, ha eseguito oltre 650 procedure ed è uno dei riferimenti internazionali in questo campo. In Europa solamente 4 centri (Barcellona, Bonn, Friburgo ed Amburgo) hanno avuto la possibilità di utilizzare questa nuova tecnica.
fonte: ufficio stampa