Roma, 15 ottobre 2021 – La RadioLigand Therapy o Terapia con RadioLigandi (RLT) è considerata una delle nuove frontiere delle cure in oncologia e rappresenta uno degli esempi più innovativi e promettenti della medicina di precisione, con le potenzialità per giocare un ruolo decisivo nella lotta contro numerose neoplasie.
La Terapia con Radioligandi utilizza radiofarmaci estremamente selettivi nei confronti di target cellulari specifici, che hanno la capacità di rilasciare radiazioni a scopo terapeutico direttamente alle cellule tumorali su cui si fissano, ovunque siano presenti, agendo in modo mirato e preciso, con effetto limitato sui tessuti sani e con efficacia anche nelle forme metastatiche.
Per favorire il necessario cambiamento culturale innestato da questa profonda innovazione e guidarne l’attuazione nella pratica clinica quotidiana, SIFO ha dato vita con altre cinque Società Scientifiche (AIFM, AIMN, AIOM, ITANET, SIUrO) a un Board di esperti in rappresentanza delle discipline coinvolte in questa innovazione, che agisca da punto di riferimento per il mondo istituzionale e il pubblico laico, delineando e sollecitando le misure necessarie a rendere la RLT un reale beneficio per i pazienti.
A questi temi SIFO ha dedicato una sessione plenaria – “RadioLigand Therapy: un approccio multidisciplinare per gestire l’innovazione clinica e organizzativa. Il ruolo del farmacista” – che ha offerto l’occasione per un confronto con le istituzioni sul percorso da intraprendere per sostenere questa innovazione durante una tavola rotonda cui hanno partecipato la Senatrice Maria Domenica Castellone e la Senatrice Sonia Fregolent della Commissione Igiene e Sanità del Senato, l’Onorevole Fabiola Bologna e l’Onorevole Roberto Bagnasco della Commissione Affari Sociali della Camera.
“Abbiamo scelto di dedicare una sessione plenaria del XLII Congresso SIFO alla Radioligand Therapy per portare questo tema all’attenzione di tutti i colleghi: l’evento nazionale si pone come momento di aggiornamento e confronto sul futuro della farmacia ospedaliera, e questa innovazione è di forte rilevanza dal punto di vista scientifico così come per la valenza che riveste per la nostra professione” afferma Arturo Cavaliere, Presidente SIFO.
“La RLT è un tema emergente e il lavoro fatto in questo ambito in collaborazione con le altre Società Scientifiche testimonia l’impegno di SIFO a sostegno di una continua evoluzione della figura del farmacista ospedaliero e della capacità di intercettare gli ambiti di innovazione dove continuare a crescere come professionisti della sanità”.
In questo ambito emerge la figura del radiofarmacista e nel simposio SIFO si è precisato chi è e cosa fa questo professionista: “La RLT richiede il coinvolgimento di diverse figure professionali, ciascuna per le proprie competenze e il proprio ruolo specifico indispensabili alla corretta gestione del paziente. All’interno di questi team multidisciplinari il radiofarmacista, lavorando in stretta collaborazione con il medico nucleare e le altre figure sanitarie, segue tutte le fasi dalla selezione della terapia e alla scelta del percorso del paziente, e assicura che la preparazione e dispensazione dei radiofarmaci sia effettuata secondo procedure che ne garantiscano la sicurezza e l’efficacia come medicinali – dichiara Monica Santimaria, coordinatrice dell’Area Radiofarmacia-SIFO – Il radiofarmacista è dunque un riferimento essenziale quale garante della qualità dei radiofarmaci e quindi della cura offerta”.
La Medicina Nucleare oggi può contare su radiofarmaci sempre più specifici e selettivi, sia in campo diagnostico che terapeutico. Questo aumenta la complessità nella loro gestione, sia per quanto riguarda la preparazione e il controllo di questi medicinali in ambito ospedaliero, sia per quanto riguarda gli aspetti regolatori e di appropriatezza delle prescrizioni.
Osserva quindi Santimaria che in questo contesto, “è responsabilità del radiofarmacista assicurare la qualità delle cure e collaborare con il Medico Nucleare nella scelta delle strategie più adeguate alla realizzazione dei trattamenti. La qualità del prodotto è essenziale per la corretta interpretazione dei risultati dell’indagine diagnostica o per la somministrazione della dose terapeutica corretta. Il contributo del radiofarmacista potrà, inoltre, rivelarsi determinante nello sviluppo di nuovi radiofarmaci, sia nella fase di progettazione degli studi che per la valutazione dei meccanismi di azione e di interazione con altri farmaci, di biodistribuzione, di analisi farmacocinetica/farmacodinamica”.
Quali sono le competenze trasversali che il radiofarmacista interpreta in questo ambito di innovazione? “L’intreccio di competenze tecniche e regolatorie fa di questo professionista una figura trasversale al team multidisciplinare, di fatto protagonista durante tutto l’iter terapeutico del paziente. In qualità di esperto del farmaco – conclude Monica Santimaria – il radiofarmacista, inoltre, svolge un ruolo di assoluto rilievo nel delineare le scelte del Servizio Sanitario Nazionale in tema di radiofarmaci, valutandone l’appropriatezza terapeutica e la sostenibilità: un passaggio fondamentale per consentire che la RLT diventi una reale opportunità terapeutica per i pazienti”.