Roma, 1 agosto 2024 – Circa 550 progetti in 15 anni, 40 solo nel 2023. Sono i numeri della XV edizione del Quality Day dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, l’appuntamento annuale dedicato alla condivisione delle migliori pratiche cliniche, progettate e sperimentate in corsia dalle diverse Unità Operative e valutate dagli stessi colleghi.
Promossa dalla direzione sanitaria dell’Ospedale e ispirata ai principi della Joint Commission International (JCI), la principale agenzia internazionale di accreditamento delle strutture sanitarie, l’edizione di quest’anno è stata aperta dal presidente Tiziano Onesti che ha sottolineato l’importanza di quest’appuntamento, “che aiuta ad aumentare il senso di consapevolezza di ognuno di noi di fare parte di una grande famiglia professionale che mette al centro la qualità come valore fondamentale”.
“Alimentare la cultura della qualità e della sicurezza delle cure è un principio fondante del governo clinico delle strutture sanitarie – ha affermato il direttore sanitario Massimiliano Raponi – Si tratta di un processo possibile solo grazie al coinvolgimento dei medici e degli infermieri che si confrontano con progetti innovativi orientati al continuo miglioramento delle cure offerte ai nostri pazienti”.
Secondo il direttore generale, Antonio Perno, “la qualità e la sicurezza fanno parte della nostra attitudine che va sempre alimentata e supportata. La capacità di essere integrati nelle varie famiglie professionali è il nostro punto di forza”.
I 40 progetti in gara sono stati valutati da medici, infermieri e tecnici tenendo conto di 4 ambiti di giudizio: innovazione, adesione agli standard JCI, risultati conseguiti e trasferibilità ad altre aree. In base ai punteggi ottenuti è stato designato un vincitore per ogni ambito e un vincitore assoluto, ovvero il progetto che ha ottenuto i punteggi complessivamente più alti.
In questa edizione del Quality Day è stata premiata anche l’Unità Operativa che ha effettuato il maggior numero di segnalazioni di eventi evitati (near miss), cioè un errore che ha la potenzialità di causare un evento avverso che non si verifica per caso fortuito o perché intercettato o perché non ha conseguenze avverse per il paziente. L’Unità vincitrice è stata la Cardiologia con 58 eventi segnalati.
L’edizione 2024 del Quality Day è stata vinta dal progetto dedicato al miglioramento dell’appropriatezza nell’uso degli antibiotici (“Individuazione di un modello riproducibile per ottimizzare la durata delle terapie antibiotiche e per favorire l’utilizzo di terapie mirate sulla base dei risultati microbiologici”), realizzato in collaborazione dalle aree di Malattie Infettive, Farmacia, Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica, ARCO e Microbiologia.
Il progetto ha migliorato l’appropriatezza nell’uso degli antibiotici, ottimizzando le prescrizioni di carbapenemi (meropenem) in Anestesia e Rianimazione Cardiochirurgica. È stata incrementata l’attività consulenziale infettivologica per tutti i pazienti in cui veniva avviata una terapia empirica con meropenem da parte del rianimatore, al fine di confermare la terapia o effettuare una “descalation” a favore di molecole a spettro antibatterico più ristretto sulla base dei risultati microbiologici. Grazie a queste attività, il numero di regimi terapeutici empirici contenenti meropenem ha mostrato una riduzione del 21%.
Per la categoria “Innovazione” il miglior progetto è risultato quello dedicato alla domiciliarizzazione del trattamento immunoterapico nei bambini oncoematologici (“Piccoli eroi a casa con l’immunoterapia”) realizzato dall’Oncoematologia. Obiettivo principale del progetto è stato quello di valutare il livello di distress/disconfort e la qualità della vita nei bambini sottoposti a trattamento immunoterapico domiciliare per cui, oltre all’educazione infermieristica standard, sono stati attuati specifici interventi formativi e di supporto. Grazie all’intervento attuato è stata documentata una riduzione dei livelli di disagio/distress relativi alla gestione dell’immunoterapia a domicilio, unito a elevati livelli di soddisfazione sia da parte delle famiglie che degli operatori sanitari.
Per la categoria “Risultati conseguiti”, è stato premiato il progetto per la transizione presso i centri per adulti di pazienti con HIV (“Formazione in adolescenti e giovani adulti con e senza infezione da HIV. Peer supporter e metodologia di accompagnamento ai centri dell’adulto”) realizzato dalle aree di Infezioni Complesse e Perinatali, Malattie Infettive e Psicologia Clinica. Numerose esperienze dimostrano l’utilità di investire e coinvolgere pazienti informati e formati (Peer Supporter) nel percorso di diagnosi e cura, assicurando nel dialogo fra pari una migliore consapevolezza di malattia e di trattamento.
Per i pazienti in trattamento per infezione da HIV, il meccanismo di consapevolezza è fondamentale per un corretto trasferimento presso i Centri dell’adulto grazie a una completa autonomia di trattamento. Sono stati coinvolti pazienti maggiorenni nati con Infezione da HIV, tra cui sono stati adeguatamente formati i peer supporter che hanno accompagnato nel processo di transizione ai centri per l’adulto migliorando così la consapevolezza e l’aderenza ai protocolli di cura di tutti i pazienti coinvolti aumentando così le richieste di trasferimento ai Centri dell’adulto.
Per la sezione “Adesione agli standard JCI”, il progetto vincitore è stato “Modello innovativo di transizione in endocrinologia e diabetologia” dedicato alla creazione di un percorso per la transizione presso i centri per l’adulto dei pazienti endocrinologici diventati maggiorenni e realizzato dalle unità operative di Endocrinologia e Diabetologia.
Il percorso prevede la presenza dell’endocrinologo/diabetologo pediatra nel Centro adulti per una prima valutazione congiunta della documentazione clinica, il contatto di follow up in eventuali visite successive congiunte o tramite strumenti di telemedicina laddove necessario. Nel 2023 hanno effettuato il percorso di transizione oltre 20 pazienti ed è stato svolto un Campo scuola della Transizione destinato a pazienti affetti da Diabete tipo 1.
L’ultimo ambito di valutazione, la “Trasferibilità ad altre aree”, ha visto vincitore il lavoro svolto dalle aree di Pneumologia e Fibrosi Cistica e il Laboratorio Analisi Cliniche, “Prelievo al primo colpo! L’utilizzo di visore per l’esecuzione del prelievo ematico”. Obiettivo di questo progetto è stato valutare l’efficacia dell’utilizzo di un visore a raggi infrarossi nella procedura del prelievo ematico nei bambini e giovani adulti con condizioni croniche complesse.
Sono stati valutati la difficoltà del prelievo classificato secondo la scala DIVA (versione pediatrica o adulta in base all’età), il numero dei tentativi effettuati, il numero dei cambi di traiettoria effettuati, la presenza di emolisi nei campioni ematici contenuti all’interno delle provette di chimica e l’emocromo. I risultati hanno dimostrato come l’uso del visore contribuisca al miglioramento del confort dei pazienti grazie alla riduzione dei tentativi e dei tempi del prelievo ematico consentendo una risposta terapeutica maggiormente tempestiva.