Roma, 2 maggio 2023 – Anche la Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (SINPIA) parteciperà il 3 maggio alle fiaccolate e alle commemorazioni attivate in tutte le principali città italiane in ricordo di Barbara Capovani e per esprimere sostegno e solidarietà alla sua famiglia e a tutte le vittime della violenza nei luoghi di lavoro.
“Davanti a una tragedia così grande, prevalgono innanzitutto dolore, sgomento e ricordo per la collega che ha perso la vita in modo così drammatico e vicinanza per i familiari, gli amici e i colleghi”, interviene la prof.ssa Elisa Fazzi, Presidente della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, SINPIA e Direttore della U.O. Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ASST Spedali Civili e Università di Brescia.
“Diviene però poi indispensabile avviare una riflessione seria e mirata, in relazione alle proprie competenze, su quali iniziative possano essere promosse per diminuire il rischio che episodi del genere possano ripetersi – prosegue Fazzi – Come SINPIA, il nostro contributo è relativo all’ambito della salute mentale in età evolutiva, dove la ricerca più recente ci dice che se la prevenzione è oggi possibile, per essere efficace deve iniziare nell’infanzia, non solo con la promozione di una cultura che previene la violenza a tutti i livelli, ma anche con un tempestivo riconoscimento di quelle condizioni psicopatologiche che possono rappresentare il terreno per lo sviluppo di comportamenti discontrollati ed esplosivi. Se consideriamo che il 75% delle patologie psichiatriche dell’adulto esordiscono prima dei 15 anni, e il 50% prima dei 10 anni, possiamo comprendere quante possibilità potrebbe avere un precoce trattamento di tali disturbi nelle fasi in cui essi emergono”.
“È proprio nella conoscenza delle possibili traiettorie evolutive che collegano questi precoci disturbi con i possibili e probabili esiti in età adulta – prosegue la dott.ssa Rosamaria Siracusano, Responsabile della Sezione di Psichiatria della SINPIA e Dirigente medico della Unità Operativa di Neuropsichiatria Infantile dell’Azienda Ospedaliera Federico II di Napoli – che possono essere implementate strategie diagnostiche e terapeutiche che rappresentano la traduzione operativa del concetto di prevenzione”.
“Le conoscenze attuali dimostrano che l’efficacia di tali interventi è tanto maggiore quanto più sono precoci, intensivi e integrati – spiega Siracusano – Naturalmente, devono essere non solo tempestivi, ma anche differenziati, con percorsi di cura specifici per ogni disturbo, per ogni fascia di età, per ogni contesto psicosociale, e con un grado di intensità modulato sul livello di gravità attuale e sul tipo di rischio evolutivo, supportati da competenze e strutture appropriate e formazione costante”.
“Contestualmente, serve anche agire per interrompere l’escalation di violenza nei contesti di vita, che rappresenta un importante fattore predisponente e scatenante in molti disturbi. Esiste una interazione tra vulnerabilità psicopatologica e sensibilità nella esposizione a stimoli sociali sfavorevoli, dalla violenza reale o virtuale, alla esposizione sempre più precoce alle sostanze di abuso, all’effetto amplificante, in senso positivo ma anche negativo, dei social. La messa in atto di programmi di prevenzione non può non coinvolgere famiglia, scuola ed altre agenzie sociali – completa il dott. Gabriele Masi, Direttore UOC di Neuropsichiatria – Psichiatria e Psicofarmacologia dell’Età Evolutiva, IRCCS “Stella Maris”, Pisa – Servono interventi appropriati e basati su evidenze, prese in carico intensive, complesse, differenziate che necessitano di risorse umane, strutturali e di tempo che non sempre sono disponibili o non lo sono subito. Si tratta a volte di una lotta contro il tempo, per intervenire quando la modificabilità neurobiologica e la sensibilità ai cambiamenti ambientali è massima”.
“L’aumento dei bisogni e le carenze di risorse umane e strutturali nel sistema sanitario sono segnalate da tempo e aggravate dalla pandemia, sia per la salute mentale dell’adulto e ancor più nell’infanzia e nell’adolescenza, che si sta sempre più dimostrando una emergenza nell’emergenza – conclude la dott.ssa Antonella Costantino, Past President SINPIA e Direttore UONPIA Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – Inoltre, la salute mentale dei ragazzi nel circuito penale minorile rappresenta uno degli ambiti più trascurati, nonostante spesso si tratti dell’ultimo momento utile in cui si può intervenire per modificare le traiettorie evolutive di chi è a maggior rischio: anche nel documento di intesa in Conferenza Unificata dell’aprile 2023, si parla di risorse invariate e senza la disponibilità di adeguate strutture educative per il collocamento dei ragazzi”.
La morte di Barbara Capovani deve rappresentare una nuova situazione di crisi, intensa e dolorosa, e quindi anche una nuova opportunità di presa di coscienza di un’emergenza che richiede risposte complesse, integrate, intersettoriali e di sistema, che devono essere messe in atto sia nel momento in cui emergono i problemi, nell’infanzia e nell’adolescenza, sia nel momento in cui esplodono in modo più deflagrante, in età adulta, non solo per evitare che dalle maglie incomplete della rete dei Servizi Sanitari, Sociali ed educativi possano sfuggire situazioni gravissime come quella che ha travolto una Collega capace e appassionata, ma anche per non rendere vano e a rischio di dispersione il grande lavoro svolto fin qui da tutti i Colleghi e un patrimonio di esperienze unico.
Parlare di tali opportunità ci sembra un modo per riportare, dove ora prevale sconforto e disperazione, quella speranza che la fiaccolata stessa vuole riaccendere e che per tutti noi è così importante.