Pisa, 17 maggio 2019 – L’Ortopedia dell’Aou pisana si arricchisce di una tecnica chirurgica innovativa che permette di impiantare la protesi di spalla con la guida di sensori, come se si utilizzasse un navigatore satellitare. Tale sistema, che sino ad oggi veniva utilizzato solo per l’impianto di protesi di anca e di ginocchio, estende il suo campo di applicazione anche all’impianto di protesi inversa di spalla la cui principale indicazione è rappresentata dalle lesioni massive della cuffia dei rotatori.
Gli ortopedici Alessandro Lippi e Giuseppe Restuccia, della Sezione dipartimentale di Ortopedia e traumatologia diretta dal dottor Maurizio Benifei, hanno portato la loro esperienza a Pisa dopo un training all’Università di Siena dove da tempo, e con successo, il professor utilizza il sistema di navigazione proprio per l’impianto di protesi inversa di spalla.
Ma come funziona il sistema di navigazione? Il paziente deve eseguire una Tac pre-operatoria attraverso la quale viene generata una versione computerizzata 3D dell’anatomia ossea specifica della spalla da trattare. In seguito, tramite un software di planning pre-operatorio, il chirurgo può studiare la spalla del paziente e decidere il migliore impianto protesico.
In questa fase preliminare di studio verranno decise le misure delle componenti, la loro precisa posizione e verranno provate tutte le possibili combinazioni del sistema protesico per decidere quali si adattino meglio alla specifica anatomia del paziente.
Durante l’intervento chirurgico sarà poi il sistema di navigazione a guidare con massima precisione il chirurgo nell’impianto della protesi, proprio come un Gps. L’operatore potrà infatti controllare la progressione della fresa e del trapano apportando aggiustamenti costanti e dinamici al fine di assicurare che la perforazione e l’alesatura siano eseguite secondo il progetto pre-operatorio.
Grazie a questo sistema il chirurgo potrà impiantare la protesi garantendo il rispetto dell’orientamento delle sue componenti ed un’ottima fissazione delle stesse all’osso, riducendo così al minimo le possibili complicanze ed aumentando la longevità dell’impianto.
L’intervento, eseguito dal dottor Lippi e dal dottor Restuccia, rappresenta certamente un’innovazione tecnologica nel panorama della chirurgia protesica offrendo al chirurgo la possibilità di migliorare le sue performance ottenendo impianti sempre più precisi e realizzando una chirurgia disegnata sulle caratteristiche anatomiche di ciascun paziente.