Brescia, 16 giugno 2023 – L’introduzione di tecnologie nel campo della salute mentale rappresenta una preziosa risorsa per la ricerca, fornendo utili indicazioni per l’attività clinica, consentendo di ottenere dati particolarmente accurati relativi alla vita quotidiana dei pazienti in trattamento.
I servizi di salute mentale devono impegnarsi affinché il tempo quotidiano dei pazienti in trattamento sia impegnato in maniera finalizzata e che venga promossa l’attività fisica strutturata, come ad esempio la partecipazione ad attività sportive: il raggiungimento di questi obiettivi permetterà di ottenere significativi miglioramenti in termini sia di salute fisica sia mentale.
Sono alcuni degli spunti emersi durante il partecipato convegno conclusivo del progetto triennale Diapason, coordinato dall’IRCCS Fatebenefratelli di Brescia. Partendo da una valutazione sull’uso del tempo quotidiano e sulla percezione soggettiva del tempo stesso realizzato su un ampio campione di pazienti con disturbi schizofrenici, e utilizzando per la prima volta in Italia anche metodologie digitali, lo studio ha indagato quali attività le persone sofferenti di questi disturbi svolgono nel corso della giornata e le ha messe a confronto con quel che fanno i soggetti sani.
A presentare i principali risultati del progetto di ricerca, insieme agli interventi di autorevoli psichiatri e psicologi, i responsabili scientifici Giovanni de Girolamo, psichiatra dell’IRCCS Fatebenefratelli Brescia; Fabrizio Starace, psichiatra del DSM della AUSL di Modena, presidente della SIEP e della Sezione III del Consiglio Superiore di Sanità e Matteo Rocchetti, psichiatra del DSM dell’ASST di Pavia.
De Girolamo, coordinatore del progetto, ha aperto il convegno sottolineando che il progetto Diapason, finanziato dal ministero della Salute nel 2019, è uno dei tre maggiori progetti mai realizzati in Italia per studiare i disturbi psicotici.
“Il progetto, al quale hanno preso parte 37 servizi di salute mentale – dichiara De Girolamo – aveva molteplici obiettivi: innanzitutto, utilizzando tecnologie di monitoraggio ‘in tempo reale’, studiare persone sofferenti di un disturbo dello spettro schizofrenico e valutare come esse utilizzano il tempo quotidiano (quali attività, con che frequenza, in compagnia di chi, ecc.) in confronto a persone sane; quindi indagare in dettaglio i livelli di attività fisica e l’intensità dei rapporti interpersonali mettendoli a confronto con un campione di popolazione generale. Si tratta del primo studio in Italia realizzato nel campo della salute mentale utilizzando tecnologie digitali: di qui il carattere di particolare innovatività che ha questo progetto”.
I risultati della ricerca hanno mostrato come le persone con un disturbo mentale grave passano una notevole quantità di tempo quotidiano in attività non produttive (come dormire, riposare o non far nulla). Ne deriva dunque la necessità di sviluppare piani di trattamento personalizzati che consentano di incrementare la quantità di tempo spesa in attività finalizzate.