Lettera Aperta al ministro Roberto Speranza di Pina Onotri, Segretario Generale del Sindacato Medici Italiani
Roma, 7 gennaio 2020 – “Gentile Ministro alla Salute – On. Roberto Speranza, le scrivo in quanto la sicurezza di chi esercita la professione medica e sanitaria è diventata una questione nazionale, drammaticamente attuale e rappresentativa di una grave regressione sociale e culturale del nostro Paese. In questi ultimi giorni, infatti, abbiamo assistito finanche ad episodi nei quali ambulanze venivano colpite da fuochi di artificio, nel mentre vi è stata, in tutto il Paese una recrudescenza di episodi di aggressioni contro medici e sanitari.
Le soluzioni che prospettano alcune dirigenze di Aziende Sanitarie Locali quali: la repressione, le denunce e le pene maggiorate, le telecamere, sicuramente potrebbero servireper questo fenomeno, ma resta il dubbio che non siano del tutto risolutive per arginare il malcontento, l’insoddisfazione, la domanda di salute di chi arriva nei nostri ospedali e negli studi medici.
Il Sindacato Medici Italianiè sempre più convinto che bisogna impegnarsi nella società per ristabilire un nuovo patto di rispetto reciproco tra utenza/pazienti, personale medico-sanitario e istituzioni. Per questo occorre una rinnovata capacità di programmazione per la gestione della tempistica di accesso e presa in carico dei pazienti.
Per realizzare queste condizioni il Sindacato Medici Italiani ritiene indispensabile un forte rilancio della medicina del territorio e la piena valorizzazione della medicina generale, nonché di quella ospedaliera, garantendo la capillarità dei servizi su tutto il territorio nazionale, implementando gli organici e assicurando stipendi ai medici italiani in media con quelli degli altri paesi europei.
In questo senso auspichiamo una pronta approvazione del DDL per contrastare la violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari, ancora fermo presso la Commissione Affari Sociali della Camera; il suo varo definitivo potrebbe rappresentare un significativo passo avanti. Il DDL istituisce l’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e ha tra i compiti quello di proporre misure idonee alla cancellazione dei fattori di rischio negli ambienti medici e sanitari più esposti; inasprisce, inoltre, le pene per chi compie aggressioni a medici durante l’esercizio della professione. Misure di tutela che valutiamo positivamente.
Avremmo preferito che, insieme a queste misure, il DDL riconoscesse ai medici in servizio (convenzionati e dirigenti) lo status di pubblico ufficiale, come la Cassazione ha stabilito per gli insegnanti, ma su questo continueremo la nostra battaglia.
Auspichiamo che Lei, signor Ministro, metta in cima alle sue priorità un’azione di sensibilizzazione verso il Parlamento affinché vari subito il DDL contro la violenza sui medici. Questo potrebbe delineare l’apertura di una nuova stagione di rapporti tra i medici, i sanitari e la società. Lo Stato deve difendere, una volta e per tutte, questi professionisti perché rappresentano un bene comune, per la tutela della salute di persone in cerca di aiuto e di cure”.