Roma, 15 settembre 2020 – Nel DNA di ogni pediatra c’è la prevenzione. “L’espressione ‘Pediatria Preventiva’- spiega Giuseppe Di Mauro, presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) – la usiamo come rafforzativo dell’attività del pediatra di base, sempre pronto a volgere uno sguardo al sociale, ovvero all’interno della famiglia. Il pediatra non è lo specialista di un organo o di un apparato, ma è il medico del bambino e di tutta la famiglia, nonni compresi”.
Tuttavia il pediatra “sa fare molto bene il lavoro su diagnosi e terapia, ma deve alzare l’asticella nel sociale perché le problematiche sono diverse e le famiglie di oggi sono cambiate: le separazioni sono in aumento, i bambini spesso crescono con un solo genitore e poi c’è tutta l’area della disabilità, della cronicità e del bambino migrante”.
La SIPPS è consapevole di questa sfida e la mette al centro degli obiettivi di ‘Napule è… Pediatria Preventiva e Sociale’, la tre giorni di formazione destinata ai pediatri italiani e in programma in live streaming sulla piattaforma digitale Health Polis, iDea Congress dal 18 al 20 settembre.
“Non si possono chiudere gli occhi – avverte Di Mauro – il pediatra faccia uno sforzo nel sociale perché le famiglie ce lo chiedono e se lo aspettano”. E in questo lavoro il territorio riveste un ruolo centrale: “Per fronteggiare la pandemia dobbiamo rafforzare e mantenere alta l’attenzione sul territorio. Sono stati fatti investimenti economici, costruiti nuovi ospedali e rafforzate le risorse umane, perché oggi siamo certi che la partita la giochiamo in questi ambiti”.
“Possiamo non far saltare il sistema sociale se tutti facciamo la nostra parte: genitori, insegnanti, istituzioni e pediatri – continua il presidente della SIPPS – ci sono percorsi e progetti precisi da seguire per dare risposta alle famiglie che, soprattutto negli ultimi mesi, sono state messe a dura prova e sono esasperate”.
Ad esempio, “con l’apertura delle scuole, se saltasse il sistema e i bambini sospetti di aver contratto il Coronavirus fossero costretti a restare a casa più del necessario, potrebbero sorgere problemi in famiglia. Chiediamo, pertanto, che vengano eseguiti tempestivamente i tamponi, con risultati in 24/48 ore (speriamo anche meno, se saranno validati i test rapidi), così da riammetterli velocemente a scuola ed escludere solo i pochi positivi”.
Di Mauro tuttavia si dice “ottimista, vedo un percorso che può funzionare se non ci saranno furbi o mancanze”. Di certo i pediatri dovranno farsi trovare pronti, in autunno non circolerà solo il virus stagionale. “Ai genitori dico che di virus ne gireranno centinaia, ma non saranno pericolosi anche se potranno causare rialzi febbrili, tosse, raffreddore e mal di testa- rassicura il pediatra- tutti sintomi paragonabili a quelli da infezione Sars Cov-2”. In questo caso, alla corretta gestione clinica delle patologie, va affiancata anche ad una corretta comunicazione ai genitori.
Inoltre, “dobbiamo vaccinare contro l’influenza tutti i bambini dai 6 mesi ai 6 anni, soprattutto quelli con patologia o che vivono con persone che hanno patologie croniche, altrimenti a rischio è tutta la famiglia. Iniziamo a vaccinare già a fine settembre fino a gennaio, così da poter fare anche il richiamo a un mese di distanza per quei bambini che non si sono mai vaccinati”.
Nessuna paura, garantisce Di Mauro: “Il vaccino antinfluenzale non mancherà, c’è e dobbiamo farlo. Le Asl e le Regioni hanno fatto richieste doppie e triple rispetto agli anni passati e i vaccini verranno dati dalle Regioni, dai Servizi e dai pediatri a titolo gratuito. Forse saranno le farmacie ad avere meno dosi a disposizione”, conclude Di Mauro.
Di questo e di tanto altro si parlerà a ‘Napule è… pediatria preventiva e sociale”.